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Il calcio inglese è cambiato nel 2010: Germania-Inghilterra 4-1. Prima, se non eri grosso non giocavi (The Athletic)

Da allora la Federcalcio creò un sistema per fare giocare i giovani. Anche quelli mingherlini. All’epoca, Foden non avrebbe mai giocato

Il calcio inglese è cambiato nel 2010: Germania-Inghilterra 4-1. Prima, se non eri grosso non giocavi (The Athletic)
Ar Rayyan (Qatar) 29/11/2022 - Mondiali di calcio Qatar 2022 / Galles-Inghilterra / foto Imago/Image Sport nella foto: esultanza gol Phil Foden ONLY ITALY

L’Inghilterra è uno dei Paesi europei che dà maggiore spazio ai giocatori provenienti dalle giovanili dei club. Questo cambiamento ha avuto una data di inizio, ovvero il 2010.

In Inghilterra prima si guardava solo la fisicità dei giocatori, ora i giovani sono diventati pedine preziose

The Athletic spiega:

Quattordici anni fa, il calcio inglese ha subito alcuni cambiamenti significativi. La Germania eliminò l’Inghilterra dalla Coppa del Mondo del 2010, con una vittoria per 4-1. La reazione della Federcalcio inglese fu l’introduzione della regola del giocatore “cresciuto in casa”: almeno otto calciatori di una squadra di venticinque uomini dovevano provenire dalle giovanili. L’anno successivo, la Premier League supportò finanziariamente lo sviluppo dei settori di categoria inferiore. Ma queste soluzioni non risolsero immediatamente i problemi: i club preferivano comunque puntare su giocatori più pronti. L’allora presidente della Federcalcio Dyke aumento’ nel 2015 il numero dei giovani a dodici, citando l’esempio di Harry Kane che aveva appena segnato 21 gol in stagione ad una comunque giovane età (22 anni); l’inglese del Tottenham doveva essere il calciatore manifesto del percorso che si fa dall’academy alla squadra maggiore. 

Il calcio inglese era iper-focalizzato sulla fisicità degli atleti. Alcuni erano stati scartati perché ritenuti troppo fragili. Era un’ossessione malsana e controproducente; basti pensare che un Lionel Messi, ad esempio, non avrebbe mai superato il provino per un club inglese giovanile. Perché allora, in cinque delle ultime sei stagioni, il numero di minuti concessi agli under 21 è aumentato? Nel 2023-24, quella fascia di età ha giocato quasi 85.000 minuti in Premier League; il maggior numero dal 2006-07. E l’Inghilterra nel 2017 ha vinto il Mondiale under 17, under 20 e l’Europeo under 19. 

Tra i talenti di maggiore spicco, continua The Athletic:

Phil Foden, proveniente dalla City Academy, tecnicamente fantastico, due decenni fa probabilmente non sarebbe stato preso in considerazione. Southgate, all’epoca nella Federcalcio, nel 2011 dichiarò: «Dobbiamo crescere e cambiare, non possiamo continuare a giocare con lo “stile inglese”». Foden era il più lontano dal prototipo del giocatore inglese. Quest’anno, l’Inghilterra è arrivata in finale all’Europeo con una gran parte di giocatori under 25, Foden incluso. 

Le squadre ora riescono a raggiungere un ottimo livello internazionale non solo attraverso un forte undici titolare, ma anche grazie alla profondità della squadra dove crescono i più giovani; questi ultimi si destreggiano sia in prima squadra, sia nelle giovanili. In più, possono servire per far cassa. Giocando in prima squadra, acquistano valore. Le ultime sette stagioni hanno visto sei squadre inglesi in finale di Champions League, con tre finali vinte e due dove erano presenti solo squadre inglesi. È un’ulteriore prova del miglioramento del livello dei giocatori delle giovanili e della loro crescente importanza.

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