Il quotidiano sfotte la surreale strategia finanziaria dei Blues. Forse è “un modo completamente nuovo di pensare lo sport” o forse è solo caos

La Premier League è un mondo fantastico. Non solo perché in Inghilterra giocano le migliori squadre. Più tecniche, più fisiche, più veloci, più tutto. Ma anche perché, negli ultimi anni, la gestione dei club è diventata qualcosa di surreale. Basti pensare al Chelsea. Lo spiega benissimo Jonathan Liew sul Guardian. Il giornalista inglese prova a spiegare la strategia economico-finanziaria del club. E lo fa parlando di gnomi da giardino.
Il ragionamento prende avvio dallo strano trattamento riservato a Sterling. “La scorsa settimana, il Chelsea ha chiesto a uno dei suoi più grandi rivali di prendere uno dei suoi migliori giocatori, senza alcun obbligo di acquisto e con i Blues che avrebbero continuato a pagare la maggior parte del suo stipendio. Un colpo di genio sottovalutato, una strategia che gli analfabeti finanziari tra noi non potranno mai veramente comprendere“.
Forse però l’approccio del Chelsea è “una rottura audace con la tradizione, persino un modo completamente nuovo di pensare lo sport“. Perché non provare a capirlo sostituendo i calciatori con gli gnomi da giardino?
L’impresa di Liew: imitare il Chelsea con gli gnomi da giardino
Scrive Liew:
“Ho visitato i centri di giardinaggio locali acquistandone le scorte, ho iniziato ad andare direttamente nei giardini privati offrendo loro tariffe premium per i loro gnomi, offrendo il prestito per i loro gnomi con un obbligo di acquisto in una data successiva.
Volevo accumulare gli gnomi che avrebbero arredato i giardini del futuro. Visitavo fabbriche di ceramica e compravo gnomi direttamente dal calco, prima che fossero dipinti o rifiniti. A volte, compravo i progetti di design o persino prototipi di gnomi incompiuti.
Di tanto in tanto, alcuni intermediari ben introdotti nell’ambiente mi procuravano gnomi internazionali molto apprezzati. Ovviamente dovevo pagare una commissione considerevole, e sebbene la qualità fosse spesso irregolare, mi consolavo con la consapevolezza che se non li avessi presi io, lo avrebbero fatto sicuramente i miei avversari.
Lentamente gli gnomi hanno iniziato ad accumularsi, erano ovunque, nella camera degli ospiti, nel corridoio, nel bagno. (non ho un giardino). Gli amici mi chiedevano se stavo bene. In poco tempo ero in possesso della più vasta collezione di gnomi da giardino.
A quel punto è iniziata la seconda fase del piano generale. Considerati i bassi costi generali e gli anni di potenziale inutilizzato, ho pensato che in un mercato artificialmente ristretto sarei stato in grado di vendere la maggior parte dei miei gnomi per un bel profitto. Ahimè, questa parte dell’impresa si è rivelata un po’ più dura.
In qualche modo si era sparsa la voce nel quartiere che ero disperato e volevo sbarazzarmi di centinaia di gnomi da giardino. Spesso finivo per regalare gnomi di valore a prezzi stracciati. Le entrate ipotizzate non si sono concretizzate. Le bollette hanno iniziato ad accumularsi sul tavolo della cucina. Nel frattempo continuavo a comprare gnomi a un ritmo feroce. Decisi di vendere la mia auto a me stesso e di ammortizzare la spesa in nove anni (come l’albergo di proprietà dei proprietari del Chalsea, ndr). Usai i miei due figli come garanzia per una nuova linea di credito finalizzata a ristrutturare il debito.
La gente lo chiama caos. Io la chiamo felicità, lo chiamo sconvolgimento visionario. La gente mi chiede qual è il risultato finale. Io dico loro semplicemente di godersi il viaggio“.
Se tutti questo sembra familiare è perché è così.