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Il “contismo” per niente filosoficamente antitetico alla Grande Bellezza, la Gazzetta risponde al Napolista

Semmai alternativa o diversa. Dentro, c’è tanto del terzo scudetto, poi tracce di un’organizzazione che si esprime a modo suo

Il “contismo” per niente filosoficamente antitetico alla Grande Bellezza, la Gazzetta risponde al Napolista
Chelsea's manager Antonio Conte speaks with Inter Milan's coach Luciano Spalletti (L) before the start of their International Champions Cup football match in Singapore on July 29, 2017. (Photo by Roslan RAHMAN / AFP)

Il “contismo” per niente filosoficamente antitetico alla Grande Bellezza, la Gazzetta risponde al Napolista

Vigilia di Napoli-Monza e Antonio Giordano sulla Gazzetta dello Sport analizza il mese e mezzo di cura Conte e risponde al Napolista sulla fine della Grande Bellezza (fine da noi celebrata).

Scrive Antonio Giordano

In un mese e mezzo ricco di accadimenti, Conte è uscito dai luoghi comuni, ha rimosso il cosiddetto «feticcio» del 3-4-2-1, s’è adeguato alla vocazione di un Napoli che ha tante anime e che però ha dimostrato di privilegiare quella che l’ha accompagnato nell’ultimo decennio o giù di lì: avendo percorso vari sentieri tattici, e potendosi permettere di starsene in laboratorio ad elaborare formule alternative, con la Juventus ha buttato via il suo decennale status e si è riappropriato delle proprie certezze d’inizio carriera.

Ma la svolta, che pure i risultati raccontano in maniera indiscutibile (quattro vittorie e un pareggio negli ultimi cinque appuntamenti, archiviati chiudendo la porta in quattro circostanze e segnandone quattordici), è nell’atmosfera festosa di questo (e di questa) Napoli che s’incammina con i suoi cinquantamila verso il Maradona per starsene allegramente in questa era nuova, la chiamano quella de «il Contismo», per niente filosoficamente antitetica alla Grande Bellezza e semmai alternativa o diversa. Dentro, c’è tanto del terzo scudetto, con il Monza i sette undicesimi per l’assenza di Meret; poi tracce di un’organizzazione che si esprime a modo suo, dipende dallo scenario d’una partita, dalle insidie che presenta, dalle urgenze di cui ha bisogno per tornare tra le stelle. Perciò vota Antonio.

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