Doveva correggere solo gli errori chiari ed evidenti. Non è più così. Tutto è rivisto al Var. Dieci minuti di recupero sono diventati la normalità
Il Var ha reso il calcio troppo confuso, ora esamina tutto, anche la dichiarazione dei redditi. Ne scrive El Paìs.
C’è sempre disposto a cambiare l’identità del calcio, come fatto con il Var
Su El Paìs si legge:
I tifosi di calcio tendono a essere contrari a qualsiasi cambiamento, non importa quanto sia piccolo. I sostenitori delle novità diranno che siamo ottusi e noiosi. Ma il calcio è uno sport semplice e il suo fascino sta proprio nella sua semplicità. La dimensione di una porta da calcio è stata stabilita in un pub di Holborn nel 1863 e pensiamo sia giusto rimanga la stessa. Non è perfetta, ma a noi piace così. Eppure c’è sempre qualcuno disposto a modificarlo, adattarlo, modernizzarlo, superalfabetizzarlo. C’è sempre qualcuno disposto a cambiare l’identità del calcio.
Torno al Var. Il punto forte del calcio era la purezza e la spontaneità, ma l’era del Var lo ha reso così confuso che difficilmente si riesce più a festeggiare un gol per paura che venga annullato. Il Var comporta ritardi e spesso anti-climax. Ha abbandonato la premessa originaria di correggere errori chiari ed evidenti e ora esamina tutto, anche la tua dichiarazione dei redditi. Le partite accumulano, quasi per impostazione predefinita, otto, nove, anche dieci minuti di recupero con leggerezza. Serve un dottorato in architettura per capire come si disegnano le linee del fuorigioco. La sala Var che ci mostrano in televisione sembra il luogo dove porteresti un criminale di guerra a confessare i suoi crimini, il luogo dove vorresti che un nemico trascorresse le sue ultime ore di vita. Hanno aggiunto un ulteriore livello di complessità a un gioco costruito sulla sua semplicità.