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Juventus: tutta la dirigenza all’allenamento, Thiago Motta prova Douglas Luiz titolare

Un po’ di preoccupazione c’è. Sabato il brasiliano dovrebbe partire titolare. Vlahovic in allenamento ha segnato due gol magnifici

Juventus: tutta la dirigenza all’allenamento, Thiago Motta prova Douglas Luiz titolare
Cm Torino 25/05/2024 - campionato di calcio serie A / Juventus-Monza / foto Cristiano Mazzi/Image Sport nella foto: Cristiano Giuntoli

Juventus: Thiago Motta prova Douglas Luiz, tutta la dirigenza all’allenamento.

A parole dissimulano. Come se nulla fosse accaduto. Nei fatti, però, in casa Juve un po’ preoccupati lo sono. Il problema non sono i media: i giornalisti e gli influencer disposti a immolarsi pubblicamente per la causa di Thiago Motta, di certo non mancano. Però le vittorie sì. I tre zero a zero consecutivi un filo di inquietudine lo hanno lasciato. Hai voglia a far dire e a far scrivere che anche lo scorso anno il Bologna fece tre zero a zero consecutivi. Che forse si è equivocato sul calcio champagne di Thiago Motta che improvvisamente è diventato un calcio “prima non prenderle”. Proprio come il cattivone che c’era prima.

Fatto sta che oggi all’allenamento della Juve c’era tutta la dirigenza bianconera. Un altro pareggio col Genoa diventerebbe una notizia persino per i più fedeli alla linea. A Marassi sabato bisogna vincere. E Thiago deve anche spiegare come mai Douglas Luiz è sparito. Cinquanta milioni per un calciatore che al momento è poco più di un pacco.

Oggi Douglas Luiz si è allenato con i titolari. Thiago Motta lo ha provato accanto a Locatelli e Koopmeiners, quindi col sacrificio di McKennie che in estate era stato offerto a chiunque e adesso è titolare. A Genova il brasiliano Douglas Luiz dovrebbe giocare titolare. La società ha investito. I laudatores fanno bene a dire in tv che la campagna acquisti di duecento milioni non è sinonimo di obbligo di vincere. Ma in società non ne sono così convinti.

Anche la sostituzione di Vlahovic con Weah ha lasciato di stucco. Dusan è un patrimonio della Juventus. Viene pagato profumatamente. Oggi la dirigenza è venuto a vedere anche lui che non a caso ha segnato due gol bellissimi.

La Juve è contenta della rassegna stampa. La protezione di Thiago Motta e di Giuntoli funziona benissimo. Purtroppo, però, contano ancora i risultati. E lì bisogna darsi una svegliata.

La Juventus è tredicesima in Serie A per tiri in porta e Vlahovic è l’unico a segnare (Gazzetta)

I tre pareggi consecutivi, tutti per zero a zero, stanno cominciando a far breccia nella granitica fortezza mediatica eretta a difesa della Juventus di Thiago Motta e Giuntoli. La classifica è buona, nove punti e terzo posto (davanti all’odiatissima Inter) ma tre pareggi di fila sono un dato preoccupante. Ne scrive la Gazzetta dello Sport.

No tiri, no party, direbbe George Clooney, perché meno si calcia in direzione della porta più diventa difficile fare gol. Dopo 5 giornate la Juventus è al quattordicesimo posto per tiri totali (53) e al tredicesimo per tiri in porta (17). La situazione peggiora se andiamo ad analizzare i tocchi nell’area avversaria (81, diciassettesimo posto) i cross su azione (54, sedicesimo posto) e i tiri da fuori area (15, diciassettesimo posto). Tutto questo spiega perché i bianconeri finora hanno fatto solo 6 reti, tra l’altro concentrate nelle prime 2 gare contro Como e Verona: con una produzione offensiva così limitata ci sta che la squadra fatichi a buttarla dentro.

Di sicuro il momento no di Dusan Vlahovic, a secco da 4 match tra campionato e Champions, non aiuta però in fondo il serbo è l’unico del pacchetto avanzato, a parte Weah, ad aver fatto centro: zero reti per Yildiz in Serie A, idem per Nico Gonzalez e Teun Koopmeiners: i primi due si sono sbloccati in Europa, nella gara d’esordio contro il Psv, l’olandese invece insegue la prima esultanza in maglia bianconera. 

I numeri non mentono, ovviamente. E le difficoltà della Juventus in fase offensiva sono evidenti. Ma non inaspettate. Anche il Bologna di Motta iniziò il campionato con qualche problema nelle conclusioni e collezionando qualche zero a zero. Poi la situazione migliorò, ma la squadra rossoblù non cambiò volto in modo sensibile. La storica qualificazione in Champions League arrivò grazie all’ottima gestione della fase difensiva e a un discreto controllo delle partite attraverso un possesso che evitava pericoli e consentiva ai giocatori di avvicinarsi progressivamente alla porta.

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