«Nelle scuole vengono messi da parte. Ma esiste un sistema di reclutamento proprio finalizzato alle Paralimpiadi»
Alle Paralimpiadi la lotta per il primo posto al medagliere è già praticamente vinta dalla Cina, che si è presentata a Parigi con la delegazioni più numerosa (284 atleti). La Cina lavora molto affinché gli atleti con disabilità possano allenarsi e giocare.
L’Equipe prova a spiegare le motivazioni dietro alla forza della delegazione cinese alle Olimpiadi.
Il giornale francese scrive:
“Suspense per il vincitore del medagliere per i Giochi Paralimpici: anche questa volta, sarà la Cina. Cinque giorni prima della fine degli eventi, la delegazione cinese ha già 115 medaglie, di cui 53 ori, molto più avanti della sua presunta inseguitrice, la Gran Bretagna (61 medaglie). La Cina conta sulla più grande delegazione di questi Giochi paralimpici, con 284 atleti, contro i 239 della Francia. Partecipa a 20 sport su 22 e brilla ovunque. Per il momento, atletica, nuoto e badminton sono stati gli sport più prolifici, c’è anche il ping pong: in doppio, hanno vinto l’oro in sette su dieci categorie“.
Il dominio cinese alle Paralimpiadi è iniziato nel 2004, ad Atene.
“Tre anni prima, nel 2001, il Paese ottenne l’organizzazione dei Giochi del 2008 e si mise subito al lavoro. «Essere primi nel medagliere dà visibilità nel Paese e fuori. In Cina giustifica gli investimenti pubblici e la politica in atto. Hu Jintao (presidente cinese dal 2003 al 2013) ha decretato i piani per sviluppare infrastrutture e formare gli atleti. Nel 2001, la Cina volle dimostrare che era una potenza economica e quindi per farlo dovevano battere gli americani», analizza Arnaud Waquet, professore di ricerca presso l’Università di Lille, specializzato in scienze sociali dello sport”.
Paralimpiadi, la Cina conta su 85 milioni di persone con disabilità
“Nel 2007 è stato creato un enorme centro di preparazione per atleti con disabilità. È il più grande del mondo. Inoltre, il reclutamento di formatori stranieri e 200 “antenne” sparse in tutte le regioni del Paese per effettuare operazioni di reclutamento. «Selezioniamo una grande coorte di mille persone, la riduciamo rapidamente a 100, 50 e poi 10. Questa è la selezione piramidale», riassume Waquet che ha lavorato con la Cina dal 2000 proprio in funzione Giochi Olimpici e Paralimpici. «Nel 2019, il Comitato paralimpico e sportivo ha lanciato il suo programma – The Next Generation – per reclutare gli atleti in vista di Parigi 2024. I cinesi lo hanno fatto più di vent’anni prima. La Cina può anche contare su un bacino molto consistente: il paese di 1,4 miliardi di abitanti ha 85 milioni di persone con disabilità. Ma il loro destino non è invidiabile, anche se è migliorato negli ultimi anni».
«Nelle scuole, le persone con disabilità sono messe da parte. Non hanno accesso all’istruzione e al lavoro, o comunque ce l’hanno limitata. Vengono nascosti. Non c’è un meccanismo di inclusione. Ma se vogliono mostrarsi come un grande Paese sviluppato, devono prendere in considerazione le persone con disabilità. Quindi iniziano a prendere in considerazione le persone con disabilità dal momento in cui hanno successo, mostrano che nonostante la loro disabilità, riescono ancora ad avere un posto nella società», spiega Waquet.