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La pirateria nel calcio non si combatte aumentando i prezzi e rendendo il calcio roba per ricchi (Libero)

La politica dei prezzi (fino a 600 euro) sta penalizzando Dazn. L’utente non ha l’anello al naso, sa che esistono altri “metodi”

La pirateria nel calcio non si combatte aumentando i prezzi e rendendo il calcio roba per ricchi (Libero)

La pirateria nel calcio non si combatte aumentando i prezzi e rendendo il calcio roba per ricchi (Libero)

Libero oggi pubblica un articolo sul crollo degli ascolti di Dazn, crollo che è ancora più significativo se rapportato a Sky che invece è in crescita.

Scrive il quotidiano Libero:

Emblematico il caso di Juve-Roma: su Dazn ha fatto registrare 902mila contatti, su Sky 1 milione e 387mila. La gente è stanca di pagare a caro prezzo una piattaforma come quella di Dazn che non offre l’adeguata qualità, al contrario di Sky che invece da questo punto di vista gioca un altro campionato. È evidente che la politica dei prezzi (359 il piano standard, 599 quello plus) stia penalizzando Dazn, anche perché nell’anno 2024 l’utente medio non ha l’anello al naso, sa che esistono altri “metodi” che sono tanto illegali quanto facilmente fruibili. È sacrosanto combattere la pirateria nel calcio, ma la base di questa lotta dovrebbe essere una politica di prezzi accessibili. Invece Dazn ormai è per una platea calcistica di ricchi.

La guerra al pezzotto è tutt’altro che vinta. La Lega Serie A ha perso la causa con Cloudflare (Repubblica, 22 agosto)

La guerra al pezzotto è tutt’altro che vinta. La Lega ha perso la causa con Cloudflare. Lo scrive il quotidiano la Repubblica con Aldo Fontanarosa.

Riparte, con la Serie A, la guerra ai pirati del calcio. Una guerra tutt’altro che vinta.

La strada è in salita, come dimostra l’ordinanza che il Tribunale di Milano ha emesso il 27 luglio 2024. Il Tribunale ha esaminato un ricorso urgente della Lega Calcio contro Cloudflare (leggi qui per sapere cos’è). Al ricorso, depositato anche ai sensi dell’articolo 700 del Codice di procedura civile, si sono associate sia Dazn e sia Sky. Il ricorso si concentra su alcuni strumenti di Cloudflare. Sono le famose Vpn per gli utenti comuni; ma anche «il Cdn, il DNS Autoritativo e il reverse proxy». Tutte tecnologie – in sé «neutre», precisa il giudice – che anche le centrali criminali impiegherebbero per mettere in piedi i canali pirata.

Ora, nella sua ordinanza, il Tribunale di Milano sostiene che il ricorso della Lega Calcio non prova una complicità consapevole di Cloudflare con i pirati o sue responsabilità dirette. La Lega Calcio ha anche chiesto che Cloudflare fosse obbligata ad accreditarsi, cioè ad iscriversi all’attuale scudo anti-pirateria che l’AgCom ha schierato nello scorso Campionato e che tuttora usa. È la piattaforma che oscura tante pay-tv illegali entro i primi 30 minuti dall’inizio delle partite (210 nella prima giornata di questa A, solo su segnalazione di Dazn). Accreditarsi allo scudo avrebbe obbligato Cloudflare a condividere con il Garante AgCom ogni informazione utile all’affondamento dei criminali che si fossero appoggiati alle tecnologie della società Usa. Ma il Tribunale di Milano spiega che la legge italiana anti-pezzotto (la 93 del 2023) non assegna al giudice il potere di imporre a Cloudflare l’accreditamento.  

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