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L’arsenale degli ultras Lazio fermati ad Amburgo: coltelli, batticarne e spiedi. Volevano fare una rissa o un barbecue?

Stasera si gioca Dinamo Kiev-Lazio. Dopo essere stati identificati, i tifosi sono stati rilasciati, ma non potranno assistere alla partita

L’arsenale degli ultras Lazio fermati ad Amburgo: coltelli, batticarne e spiedi. Volevano fare una rissa o un barbecue?
As Roma 01/03/2024 - campionato di calcio serie A / Lazio-Milan / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: tifosi Lazio

L’arsenale degli ultras Lazio fermati ad Amburgo: coltelli, batticarne e spiedi. Volevano fare una rissa o un barbecue?

Alla vigilia della partita di Europa League tra Dinamo Kiev e Lazio, la polizia tedesca ha fermato circa 60 ultras romani vicino al Rathausmarkt di Amburgo. Durante la perquisizione dei sospetti, gli agenti hanno trovato, tra le altre cose, cinque coltelli, sei batticarne, due assi di legno, una mazza, una chiave inglese e uno spiedo. Un arsenale multifunzione: dalle risse al barbecue, di tutto un po’.

Ultras Lazio poi rilasciati

Dopo essere stati identificati, i tifosi sono stati rilasciati, ma non potranno assistere alla partita di stasera al Volksparkstadion e hanno il divieto di avvicinarsi ad alcune zone della città. Non è però stato emesso nei loro confronti l’obbligo di rimpatrio.

“In relazione alle notizie circolate sugli organi di stampa, si segnala che questa notte è stata effettuata una operazione di controllo su un gruppo di soggetti presenti nel centro della città – scrive la Lazio in un comunicato – Sono stati rinvenuti, durante la perquisizione, oggetti atti ad offendere. Il gruppo è stato oggetto di fermo di polizia e di divieto di accesso allo stadio. Non risultano arresti. Si invita la tifoseria laziale a seguire le informazioni già fornite dalla Lazio per raggiungere in condizioni di sicurezza lo stadio di Amburgo”.

Albanesi e ultras della Lazio volevano vendicare Diabolik sfidando la Camorra (Repubblica), marzo 2024

Dopo l’omicidio di Fabrizio «Diabolik» Piscitelli, si è rischiata una guerra a Roma Nord. Gli italo albanesi della batteria di Ponte Milvio, legati agli Irriducibili della Lazio, volevano vendicarlo, e avevano pianificato di sfidare la Camorra: Leandro Bennato o Beppe Molisso, “ramificazioni di chi a Roma da sempre detiene le fila della malavita: Michele Senese”. Lo scrive Repubblica riportando un’informativa di oltre 200 pagine dell’Antimafia, che “cerca di dimostrarlo ai giudici che stanno processando Raul Esteban Calderon, il killer di Diabolik”.

“Eventi, chat decriptate, intercettazioni che lasciavano intuire e invece ora, messe in fila, raccontano. E dicono che «immediatamente dopo l’evento omicidiario», quello del 7 agosto del 2019, quando un runner ha esploso un solo colpo alla nuca di Piscitelli, «un gruppo criminale», «albanesi legati al mondo degli Irriducibili, si organizza sia per acquisire informazioni più dettagliate sull’omicidio» e «per organizzare una reazione». Tra loro c’è anche Elvis Demce, sanguinario boss albanese, uno che sbaraglia i prezzi della droga, armato fino ai denti, che interloquisce con calabresi, militari marocchini, funzionari del porto di Gioia Tauro e con «gli eredi di Pablo, sono quelli del cartello di Medelin», dice lui stesso. Demce per la procura è «partecipe di questo gruppo criminale degli albanesi e con rapporti ambigui nei confronti di Molisso ma sicuramente con un ruolo decisivo in questa pianificazione»”.

Per l’Antimafia in due momenti si è rischiata la guerra: “il tentativo di omicidio di Leandro Bennato e la pianificazione di un omicidio nei confronti di Beppe Molisso sventato dalla polizia”.

“Quello che si intende provare è che a seguito di questo omicidio Piscitelli emerge netta la contrapposizione tra contesti criminali che inizialmente agivano sotto la medesima bandiera e che invece vanno in contrapposizione. Dopo il delitto al Parco degli Acquedotti il gruppo degli albanesi e degli ultras della Lazio si organizzano“.

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