Theo e Leao, un ammutinamento da divetti esibizionisti. Una domanda: come fa Di Francesco a trovare ogni anno una squadra da allenare?
FALLI DA DIETRO (rubrica nata nel 2008. Le successive sono goffe imitazioni di “copioni” senza fantasia)
COMMENTO ALLA 3° GIORNATA DEL CAMPIONATO 2024-25
Mamma mia che culo il Feroce Salentino.
Notte delle emozioni, delle meraviglie e delle pazzie al Maradona.
Lezione di calcio dei Ducali irrefrenabili.
Due pali e poi il gol per un rigore inesistente, almeno fino a qualche anno fa, ma giusto con queste nuove regole.
Napoli in totale difficoltà.
Soprattutto a centrocampo dove i due concedono praterie sconfinate. Zambo, come ci ha ormai abituati, è uno zombi. E Charlie Brown somiglia più a Linus con coperta e dito in bocca, spaesato com’è là in mezzo.
Si affannano all’arrembaggio gli azzurri.
Ma non c’è uno straccio di idea di gioco.
Più passano i minuti e più ci si rende conto che lì davanti non la butteranno mai dentro.
Più passano i minuti e più ci si abitua al nuovo disastro dopo quello di Verona.
A metà ripresa Conte decide per il Napoli nuovo.
Il Napoli che ha in mente Conte.
Perché si spera che Conte in mente un’idea di Napoli ce l’abbia.
Dentro Neres. E Romelu, all’atteso debutto.
Ma le cose non cambiano. Perché il gioco latita.
Poi la svolta.
A un quarto d’ora dalla fine i Ducali decidono di farsi male da soli.
Suzuki giapponese di colore, interviene con un colpo da karate su Neres. Giallo sacrosanto.
Ma era già ammonito. Allora rosso, per forza.
L’avvocato Pecchia si guarda intorno in panchina e si accorge di averne cambiati già cinque. Deve andare in porta un calciatore di movimento.
Chi di voi sa parare un po’?
Maglie col numero 1 che si infilano e si sfilano.
Momenti un po’ grotteschi.
Poi alla fine tocca a capitan Del Prato.
Che ingenuità, avvocato.
E così la partita diventa una storia noir.
Se non vincono ora, quando mai vinceranno più.
Ma niente.
Il Napoli non segna manco contro un tenero terzino secco e mingherlino fra i pali.
Cose mai viste.
Il Var che toglie un rigore assegnato a Simeone.
Undici minuti di recupero.
Ma la sorte vuole che sia il Napoli nuovo a vincere.
Il pareggio è di Romelu. Al 100° gol in Serie A.
E il Maradona s’inchina.
Il cross-assist per l’inzuccata di Zambo è di Neres.
Ed è il secondo in mezz’ora di gioco.
Vedere Oriali e Conte esultare in panchina per i colori azzurri sembra irreale. E invece è tutto vero e bisogna abituarsi.
Ma non è finita.
Ultimo secondo. Tiro a botta sicura di Almqvist.
E parata clamorosa dell’Albatros.
Ed è la seconda volta in quattro gare che il friulano tanto ingiustamente disamato, salva il risultato.
Tre punti di culo un po’ trovati a terra.
Perché senza l’ingenuità dell’avvocato, suppongo avremmo assistito a una scena farsesca e disarmante insieme.
Il Feroce Salentino che scappa maldestro imbragato da scimitarra e pantaloni sarouel e magari nella fuga si perde anche lo scalpo.
E l’Impomatato a rincorrerlo infuriato con l’ombrello.
Ora però diamoci da fare.
E vediamo se è possibile dare una fisionomia a questa squadra.
Perché così non ci siamo.
Squadra in costruzione, d’accordo. Dodici cambi da integrare, d’accordo. Ma diamoci da fare.
Tre partite hanno sentenziato che giocare in due a centrocampo è un suicidio.
Soprattutto se ai lati ci sono Mazzocchi e Olivera.
E anche in difesa c’è tanto da faticare, se concede quattro occasioni ai parmigiani in quei 20 minuti inguardabili.
Esterni e difesa. Reparti che avrebbero dovuto essere completati.
Big match a San Siro.
E’ l’occasione per l’Inter di mettere i puntini sulle “i” del campionato.
Avvertire le altre che quest’anno, come l’altr’anno, non ce n’è per nessuno.
Che lo scudetto sarà assegnato a Carnevale e buonanotte.
Un primo tempo travolgente.
La squadra perfetta.
Gestione veloce e precisione nel fraseggio.
Dinamismo e costante proiezione in attacco dei difensori.
Su tutti Marcus Tikus Thuram che si candida per il titolo del miglior calciatore del campionato.
A San Siro risponde l’Olimpico.
Fonseca lascia in panchina niente di meno che Theo e Leao, per il loro scarso impegno in questo inizio di campionato.
E’ un’esclusione rumorosa.
Sul campo Diavoli in vantaggio dopo il primo tempo.
Poi nella ripresa l’ex Arsenal Tavarez straripa.
E confeziona due assist per Taty e Dia.
Fonseca allora se la fa sotto.
Ci ripensa e chiama le due star.
Che appaiono cariche e determinate entrambe.
Theo avvia l’azione, Leao la conclude, il Milan lo salvano loro.
Minuto 72.
Al cooling braeck i due non partecipano all’ammucchiata intorno al tecnico.
Ma si mettono platealmente a bere in un evidente segno di sfida dalla parte opposta del campo.
Ricordano un po’ Nanni Moretti in quella iconica sequenza di “Ecce Bombo”. Mi si nota di più se…
È un ammutinamento da divetti esibizionisti.
E non è una bella scena.
Ancora più stonate le parole di Fonseca ai microfoni. Che minimizza maldestramente l’accaduto.
Brutta aria.
Con un tecnico così ipocrita e pusillo dove vai?
Dove vai con due leader sul piede di guerra?
Ma soprattutto dove vai con un manager così presuntuoso e (pare) incapace come Ibra?
Intanto, mi sa che qualcuno stia telefonando a Sor Polpetta.
C’è un tecnico che è già una sorpresa.
Paolo Vanoli torna da avversario al Penzo in una Venezia distratta dal red carpet del Festival, e intasca i tre punti grazie a una bella incornata di Saul Coco.
Veneziani già candidati alla retrocessione.
Una domanda sorge spontanea. Come fa Di Francesco a trovare ogni anno una squadra da allenare?
Molta attesa per il primo vero test di Thiago.
E un po’ delude.
Si ammira di più l’organizzazione di Capitan Futuro.
Comunque partita noiosissima.
Ridatemi i miei 90 minuti, per favore.