Il Telegraph racconta la sua storia. Poiché non è trans, il Telegraph non lo accusa di indebiti vantaggi, come per la Petrillo e la pugile iraniana
Prendi Morteza Mehrzadselakjani detto Mehrzad. È un atleta maschio che compete alle Paralimpiadi, nel sitting volley, tra i maschi. Solo che è alto 2,47 metri. Nessuno s’azzarda a scatenare campagne mediatiche sul fatto che sia indebitamente avvantaggiato da questa sua “diversità”. Non è, insomma, Valentina Petrillo. Eppure è lo stesso Telegraph che racconta la storia di questo straordinario iraniano, lo stesso giornale conservatore che dalla pugile algerina alla velocista napoletana è un mese che va avanti a tirate sulla presunta eccessiva – e dolosa – mascolinità delle trans (anche quando non lo sono…). Metri e misure. Quelle di sono oggettivamente fuori scala. Come la sua storia.
Ha 36 anni. Ha debuttato nella squadra di sitting volley dell’Iran nel 2016, che da allora ha vinto due ori olimpici e due titoli mondiali consecutivi. E’ così alto che riesce a colpire una palla che si trova a quasi due metri di altezza, anche dalla sedia a rotelle.
A 13 anni ha avuto un incidente in bicicletta, fratturandosi il bacino così gravemente da limitare la crescita della sua gamba destra. A causa della sua condizione genetica chiamata acromegalia, innescata da un’eccessiva produzione di ormone della crescita nella ghiandola pituitaria del cervello, la gamba destra è cresciuta di 15 centimetri più corta della sinistra, costringendolo a usare un bastone da passeggio e causandogli una depressione così acuta che per quasi un decennio si è rinchiuso nella sua casa nella città di Chalus, sul Mar Caspio. “Mi vergognavo troppo per uscire”, dice.
Mehrzad è il settimo essere umano più alto della storia. Solo l’agricoltore turco Sultan Kosen è più alto di lui tra quelli ancora in vita.
Durante il suo “ritiro” ha letto di tutto, da Victor Hugo alle biografie di Napoleone. Fino a quando uno programmi televisivi più popolari dell’Iran, Mah-e Asal, l’ha tirato fuori dalla sua stanza, raccontando la sua storia a milioni di persone. Il suo futuro allenatore “Mr Hadi” era tra il pubblico, e ovviamente l’ha gentilmente invitato a giocare a sitting volley.
“Il sitting volley mi ha permesso di affermare la mia personalità. Oggi leggo l’orgoglio negli occhi delle persone. Alcuni non sanno che sono disabile. Prima di scoprire questo sport, ero una persona nota solo per la mia altezza. Da allora è cambiato tutto per me, finanziariamente, socialmente. Ha cambiato la mia vita così tanto che non riesco a immaginare la vita senza”.
Mehrzad, tre volte miglior giocatore al mondo dell’anno, è diventato una figura di culto di questi Giochi. La natura della sua condizione è tale che sta ancora crescendo. Coloro a cui è stata diagnosticata l’acromegalia in media vivono 10 anni in meno rispetto al resto della popolazione.