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Occhio che Veltroni difende Allegri, è sfuggito al Minculpop juventino

Sulla Gazzetta: la Juve ora ha un organico all’altezza, non come gli ultimi due anni. Va ricordato quando si fa il bilancio di Allegri

Occhio che Veltroni difende Allegri, è sfuggito al Minculpop juventino
Db Roma 17/11/2023 - qualificazione Euro 2024 / Italia-Macedonia del Nord / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Walter Veltroni

Occhio che Veltroni difende Allegri, è sfuggito al Minculpop juventino

C’è una falla nel capillare sistema di instradamento mediatico che da settimane lavora alacremente all’incensamento di Thiago Motta allenatore che oscilla tra il geniale, il celestiale, l’innovativo e quando va male splendidamente pragmatico. Come pareggia bene zero a zero Thiago Motta, nessuno mai…

Ogni tanto questa rete capillare ha un punto di caduta. Peraltro quasi sempre nell’eccellenza della tifoseria bianconera. Già Aldo Cazzullo difese ufficialmente Max dalla damnatio memoriae. Oggi è il turno di Walter Veltroni sulla Gazzetta dello Sport. Lo fa veltronianamente, senza eccessi, in un articolo in cui elogia la rivoluzione attenta ai conti della nuova dirigenza. Ma lo fa.

Ecco che cosa scrive l’ex sindaco di Roma, l’ex segretario del Pd, e tanto altro.

Veltroni e la rosa della Juventus degli ultimi due anni

Lo stralcio che prendiamo dalla Gazzetta:

Il club bianconero ha badato alla sostenibilità economica e ha allestito una buona rosa, però davanti servirebbe un altro 9 di spessore qualità decisivo. Come lo saranno, in una stagione con cinque competizioni, Douglas Luiz e Khephren Thuram.
La squadra fatica contro le difese ben organizzate e difetta di velocità sotto porta e di tiro dalla distanza. Così è sembrato, in questo inizio. Ma non mi fascerei la testa. L’organico e l’idea di gioco di Motta fanno pensare che gol e risultati arriveranno. L’unica pecca, per me, della rivoluzionaria campagna di Giuntoli, è stata non prevedere una punta alternativa a Vlahovic, anche viste le condizioni di Milik. Ma, per il resto, la Juve è tornata finalmente ad avere un organico paragonabile a quello dei momenti migliori. Che non sono certo stati gli ultimi due anni.

Quando si fa il bilancio della gestione di un tecnico della qualità di Allegri bisognerebbe mettere nel conto almeno questo. Ramsey non era Koopmeiners e Kostic non era Gonzalez. Lo dico pur non potendo perdonare ad Allegri di aver almeno accettato la cessione di Dybala, che è ancora, sempre, una bellezza per gli occhi di chi ama il calcio. 

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