Il reale valore del calciatore è venuto fuori. Le tappe della sua carriera parlano per lui. Il Napoli ha perso un’occasione che non tornerà
![Osimhen, oggi le squadre non vogliono più rogne con calciatori forti ma ingestibili Osimhen, oggi le squadre non vogliono più rogne con calciatori forti ma ingestibili](https://www.ilnapolista.it/wp-content/uploads/2023/09/Osimhen_DB1_9419.jpg)
Perdono tutti nell’affaire Osimhen. Sei mesi di incontri, contatti, fumate grigie, nere, bianche, a pois per partorire un rinnovo, che alla lunga è diventato un aborto. Ma alla fine il valore reale del calciatore è venuto fuori: prestito secco. La società come al solito valuta in maniera erronea i propri calciatori, in preda alla sindrome del “paltò di Napoleone”. Da Insigne a Mertens, passando per Allan e Koulibaly. La più grande operazione c’è stata con GH9, quando ADL non poteva alzare nessun prezzo. Procuratore peggiore Victor Osimhen non poteva trovarlo. L’ultimo calciatore importante ad avere Calenda procuratore è stato Maicon che ha lasciato il calcio da oltre un lustro. Osimhen è solo. Osimhen non ha una guida. Non ci sono nemmeno Citoro e la Tota a supportarlo. È fuori dalla sua villa Fiorito da tanti anni, ma Fiorito non sarà mai fuori da Victor.
Dicevamo del valore reale di Osimhen. Nella valutazione, già fuori mercato del Napoli, sono stati inseriti solo i gol, le giocate e lo scudetto portato a Napoli, senza contare i punti di debolezza. Tronfia incapacità dei convenuti, o mancanza di senso della realtà? “La seconda” diceva Corrado Guzzanti nei panni di “Quelo”. Il mercato dal canto suo ha valutato Osimhen soprattutto fuori dal campo, sempre troppo poco professionale: le costanti puntatine in Nigeria, le querelle familiari, l’eccessiva affezione alla Coppa d’Africa, lo stregone consigliere, il covid, la money rain dei dollari (e queste sono le cose pubbliche…), sempre sull’orlo di una crisi di nervi (testa di cocco). Le squadre attuali non vogliono più rogne con calciatori forti, ma ingestibili. Il calcio per diventare sempre più spettacolo ha bisogno di attori, non di esseri umani. Osimhen oggi è fuori dal tempo. Sarebbe stata una storia perfetta negli anni 80, negli anni 90, li sarebbe stato uno dei tanti. Circondato da teste più matte delle sue.
Le tappe della carriera parlano per Osimhen
Victor per le sue feroci capacità agonistiche ci stava benissimo in Premier. Le sue leve lunghe ed affusolate avrebbero potuto volare sui perfetti terreni di gioco della premier. Ma è tutto il suo resto che lo colloca in campionati periferici. Finché non si domanderà perché nessuno lo ha cercato, sarà molto lontano dal raddrizzare la sua carriera. Un fallimento nella rigida Germania, la rinascita in Francia con il Lille di Galtier, l’approdo e la “consacrazione” a Napoli (quattro campionati nominali e tre effettivamente disputati) e poi Istanbul. Le tappe della carriera di Victor parlano per lui.
La tifoseria napoletana su Victor è abbastanza compatta. Si esaltano le capacità del presidente che risparmia un anno di ingaggio, verissimo. Ma tra un anno se tutto va male Victor, il suo procuratore ed il suo ingaggio saranno di nuovo a Castelvolturno. I tifosi napoletani, vista la genesi della trattativa e le dinamica scaturita sembrano diventati come i leghisti d’antan. Quelli che “ce l’abbiamo duro” perché il presidente non si piega ai ricatti. Arringati dal Borghezio di turno, volevano che Victor mettesse mano ai disastrati giardinetti di via Ruoppolo: dagli all’untore.
Il Napoli invece sa di aver perso un treno che difficilmente ripasserà. L’all-inn presidenziale sul format “Antonio Conte”, ci sembra più di un’ammissione di responsabilità.