Le regole di Conte sono chiare: la sua storia professionale con Osimhen non è mai cominciata per la volontà di Victor di andare via
Osimhen, si prospettano quattro mesi di allenamenti differenziati (Repubblica).
Scrive l’edizione napoletana di Repubblica, con Pasquale Tina:
Le regole di Conte sono chiare: la sua storia professionale con Osimhen non è mai cominciata per la volontà dell’attaccante di andare via dal Napoli. Victor è rimasto ai margini del nuovo gruppo e non ne farà parte in extremis. Il capitolo è chiuso, ma in realtà non è mai stato aperto nei primi due mesi della gestione Conte. Osimhen è stato escluso dalla lista dei 25 per il campionato, consegnato alla Lega. Teoricamente potrebbe essere inserito in qualsiasi momento fino a gennaio (sono previste fino a due sostituzioni), ma la decisione è presa. In calce c’è la firma di Antonio Conte che non ha alcuna intenzione di tornare indietro.
Per Osimhen – che è stato convocato dal ct Bruno Labbadia per le gare di qualificazione della Nigeria alla Coppa d’Africa – si prospettano quattro mesi da separato in casa con allenamenti differenziati rispetto al resto della squadra.
Osimhen un po’ ci sta rimettendo la faccia (Repubblica)
Osimhen, Dybala e l’Arabia Saudita. Ne ha scritto Gabriele Romagnoli nella sua rubrica domenica su Repubblica.
Ecco cosa ha scritto Romagnoli:
A un incrocio di destini che portava in Arabia Saudita si sono sfiorati due calciatori: Paulo Dybala e Victor Osimhen. Il primo ha fatto inversione a U ed è tornato indietro, il secondo è rimasto fermo, con il motore in folle, precluse altre deviazioni, bruciati i ponti alle spalle. E adesso, ricchi uomini? Vediamo. Dybala è stato re per una notte.
Dopo il paragrafo dedicato a Dybala (che non riportiamo), ecco quello in cui scrive di Victor:
Oshimen invece nell’ultimo atto della commedia un po’ ci sta rimettendo la faccia (se 6 milioni l’anno gli sembran pochi), ma da tempo aveva perso la maschera, protettiva e scaramantica. Da quando, nel marzo del 2023, smarrì il suo portafortuna, non gliene è più andata bene una.
Vinti per inerzia lo scudetto e la classifica cannonieri di quell’anno, nel successivo ha partecipato passivamente al crollo del Napoli, alla finale di Coppa d’Africa persa dalla sua Nigeria. Si è infortunato, ha giocato poco e svogliatamente, segnato meno, visto il suo valore scendere al di sotto della clausola fissata da un presidente che, rimpiangendo di non averlo venduto prima, non lo vende adesso. Gli acquirenti sperati, da lui e da Osimhen non si sono presentati. Si è invece presentato Lukaku, l’amuleto di Conte, per prendere il suo posto. Una macumba. E davanti, soltanto il deserto.