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Pagelle: Conte ha liberato De Laurentiis dal maleficio papponico sul mercato, come nel Signore degli Anelli

Alla fine Romelu Godot è arrivato. Neres è sovrannaturale. Meret e i segni del dios della pelota. Di Lorenzo e la riabilitazione psico-calcistica

Pagelle: Conte ha liberato De Laurentiis dal maleficio papponico sul mercato, come nel Signore degli Anelli

Le pagelle di Napoli-Parma 2-1, a cura di Fabrizio d’Esposito.

MERET. Guai a sottovalutare i segni che el dios della pelota recapita in partite oniriche come questa, laddove il pragmatismo dell’Homo Novus de Apulia si appropria di altri tre punti domestici consecutivi (non accadeva da illo tempore). Il Napoli gioca i novanta regolamentari più un tempo supplementare di recupero e il giovane Meret è uno degli attori protagonisti: al 15’ in appena trenta secondi viene assistito dai santi patroni Traversa e Palo; due minuti dopo cucina ahinoi il penalty alla parmigiana; infine, allo scoccare del 105’ nega il rocambolesco pareggio gialloblù. Alleluia – 7

DI LORENZO. Le oscenità azzurre del primo tempo sono tutte visibili e marchiane, come quando al citato 15’ l’ineffabile Kowalski gli sfila alle spalle e per fortuna si scontra con santa Traversa. Il Capitano avanza meno del solito ma è comunque pugnace. La sua riabilitazione psico-calcistica prosegue – 6

RRAHMANI. Amir, invece, sempre al 15’ consente a Bonny una rotazione perfetta, il cui tiro si frantuma sul palo. Forse dovrebbe tornare a fare il gregario anziché guidare i tre della difesa – 6

BUONGIORNO. Ancora una volta il migliore là dietro. Perché non fa il centrale-centrale? Bonjour Finesse sa pure attaccare e al 65’ tocca a lui scuotere la traversa parmigiana, forse in fuorigioco per un’anticchia – 6,5

MAZZOCCHI. Don Pasquale il biondo e Na-Politano con cieca tenacia impacchettano decine di traversoni. Ma per chi, con il povero Giacomino attaccante là in mezzo? – 6

SIMEONE dal 78’. All’85’ potrebbe fare l’uno a uno ma affronta la pelota con troppa flemma e l’occasione evapora, attirandosi le sofferenti maledizioni dei tifosi azzurri dell’intero orbe terracqueo. Dieci minuti dopo è vittima dapprima di Almqvist indi della lunga sceneggiata arbitrale al Var. Risultato: rigore non concesso – 5,5

ANGUISSA. Sohm corre e Zambo passeggia, nell’azione da cui origina il penalty parmigiano. Poi la buona ciorta del calcio gli assegna la zuccata dell’incredibile due a uno, col difensore Delprato nella porta gialloblù. Va bene pure così, stasera – 6,5

LOBOTKA. Ormai è Lobo Lotta Continua: il contismo lo costringe a pensare e a dare calci nello stesso tempo, come quando disturba in modo decisivo il pericoloso Mihaila, altro parmigiano indiavolato. E questo sdoppiamento funziona anche stasera, tutto sommato – 6,5

OLIVERA. Mati-molle, a livelli insostenibili – 5

SPINAZZOLA dal 45’. S’inoltra a sinistra col suo fare esperto e di grande qualità. Dona una palla sia a Giacomino sia a Romelu Apriti Sesamo. Il primo non segna, il secondo sì – 6,5

POLITANO. Detto dei traversoni in società con don Pasquale, resta nulla o quasi – 5,5

NERES dal 69’. È lui che cagiona la salvifica espulsione del karateka Suzuki, lasciando il Parma senza pipelet. Indi è sempre lui che colloca sulla cabeza di Zambo la rete del due a uno al 96’, secondo e consecutivo assist vincente. Le sue apparizioni, questa finalmente più lunga, continuano ad avere un alito sovrannaturale – 7,5

KVARATSKHELIA. Il Che Kvara si esercita come indefesso cecchino e in due occasioni il nipponico Suzuki respinge. Al 60’, poi, servito da Lobo sperpera tutto con un tiro loffio e centrale. Nel finale visionario diventa frenetico e anche irritante, calciando alle stelle – 6

RASPADORI. Le sue fatiche continuano a essere vane. Se poi sbaglia pure il controllo della palla come al 34’, allora il giudizio diventa decisamente mediocre – 5

LUKAKU dal 62′. Alla fine Romelu Godot è arrivato e spalanca la porta del Parma. Apriti Sesamo. È il segno più forte mandato dal Cielo azzurro in questa partita di sogni e visioni, tra inferno e paradiso – 7,5

CONTE. A differenza dell’impero sovietico defunto nel 1991, il comunismo cinese gode ancora di ottima salute grazie alla sintesi confucian-maoista sulla soverchia importanza del colore del gatto che deve prendere il topo. Il colore del felino, cioè, non conta se acchiappa il roditore e sinora con Antonio Conte abbiamo visto due gatti diversi, tra Bologna e Parma, che però hanno sempre acciuffato i tre punti. Ecco. E c’è da scommettere che sarà ancora così, senza mai annoiarci. Eppoi l’incredibile spettacolo di stasera è stato preceduto dallo show, sempre inaudito, al mercato di questa settimana. Da Verona a oggi sono passati tredici giorni ma è come se fosse un secolo. Delle due l’una: o il presidente viene tenuto nascosto da qualche parte, vittima di un “raffreddore” modello Andropov (a proposito di Unione sovietica), e non sa nulla di quanto accaduto a detrimento delle sue casse (e senza vendere l’ingrato Victor) oppure Conte lo ha liberato dal maleficio papponico tale e quale a Théoden, il re di Rohan incapace di agire a causa di un incantesimo maligno nel secondo capitolo della trilogia del Signore degli Anelli – 8

ARBITRO TREMOLADA. Più che arbitrare, lancia i dadi per decidere e alla fine le combinazioni uscite sono a nostro favore – 7

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