Al Giornale: «Sono certa sia stato un incidente ma la sensazione generale dei giocatori è che non tutti siano stati trattati allo stesso modo. Il sistema ha “cannato”»
Il Giornale intervista Flavia Pennetta, l’ultima italiana a vincere agli Us Open, nel 2015. Per Flavia fu la prima grande finale in carriera dopo la quale si ritirò. Per Sinner è l’occasione di vincere il suo secondo Slam. Sul doping di Sinner, Pennette la pensa come Federer.
New York è un fattore da non sottovalutare. Fritz gioca la finale in casa, avrà dalla sua parte tutto il pubblico
«Anche se Fritz non è uno sciolto in generale, non è un trascinatore di folle come Tiafoe».
Pennetta: «Sono certa sia stato un incidente il doping di Sinner»
Come ha visto Sinner?
«Tennisticamente bene, sempre meglio. Ha qualità incredibili, una velocità di gioco pazzesca. Paradossalmente la partita peggiore è stata la semifinale, hanno fatto tanti errori entrambi. Ma contro Draper credo ci fosse un fattore emozionale importante: loro sono tanto amici».
Meglio Sinner o Alcaraz?
«Carlos nella partita secca può essere ingiocabile. Ma la continuità di Sinner è pazzesca, e questo fa la differenza tra i campioni».
Poi Pennetta parla del caso doping:
«Giocare con quel problema è difficile, anche se non la definirei una cosa terrificante: se sei sicuro di te stesso puoi farcela. Certo bisogna essere un giocatore eccezionale, perché resta sempre la paura che c’è qualcun altro che decide per te. E che può commettere un’ingiustizia».
C’è stata ingiustizia?
«Lo dico da atleta e non da commentatrice, e premetto che sono certa che sia stato un incidente. Però credo che il sistema abbia cannato, e questa purtroppo la sensazione generale: il mood dei giocatori è che non tutti siano stati trattati allo stesso modo. Non è una questione personale contro Sinner. Ma è generale contro il sistema che purtroppo, in questo caso, non si è comportato come aveva sempre fatto. Ci sono troppe domande senza risposta».