Nuovo protocollo. Prima c’è l’interruzione temporanea della partita. Poi, la sospensione con i calciatori negli spogliatoi e poi il terzo step
La Liga e la Federcalcio spagnola hanno concordato un nuovo protocollo che gli arbitri devono usare in partita quando si trovano di fronte a episodi di razzismo.
Lo riporta La Vanguardia, che scrive:
“La Liga e la Federcalcio Reale spagnola (Rfef) hanno concordato di inserire un nuovo protocollo contro il razzismo da attivare, se necessario, da parte degli arbitri. L’attuazione arriva dopo un accordo adottato all’unanimità all’ultimo congresso Fifa tenutosi a Bangkok. In due comunicati, pubblicati sia dalla Liga che dalla Federazione, affermano di «rimanere fermamente impegnati nella lotta contro qualsiasi discriminazione nel campo del calcio e in particolare contro atteggiamenti e comportamenti razzisti».
Le fasi del protocollo da adottare in caso di episodi di razzismo
Il protocollo per affrontare eventuali episodi di razzismo sarà diviso in tre fasi. La prima consisterà nell’interruzione della partita da parte dell’arbitro, qualora rilevi un episodio di natura razzista o riceva informazioni da un giocatore o dal coordinatore delle forze di sicurezza dello Stato. L’interruzione temporanea della partita sarà annunciata da un segnale specifico dell’arbitro (che incrocerà le braccia e metterà le mani sulle spalle) e da un avvertimento attraverso lo stadio.
Se il comportamento razzista continua anche dopo la ripresa della partita, l’arbitro manderà i giocatori negli spogliatoi e avviserà il pubblico che la partita potrà essere definitivamente sospesa se il comportamento abusivo non cesserà. L’ultima misura che l’arbitro può prendere è la sospensione definitiva della partita in consultazione con il coordinatore della sicurezza, il responsabile della sicurezza della competizione e i delegati del club. Questa nuova iniziativa per combattere il razzismo nel calcio arriva sulla scia delle recenti dichiarazioni di Vinícius Júnior, che ha messo in discussione l’ospitalità del Mondiale 2030 in Spagna, e della successiva risposta del Ministro degli Interni spagnolo, Fernando GrandeMarlaska”.