ilNapolista

Repubblica accusa De Rossi: ha attaccato il nostro giornalista legittimando campagne di odio

I retroscena sullo spogliatoio. Il sindacato giornalisti: occorrono comportamenti “educativi”, soprattutto da parte di chi ha grande visibilità

Repubblica accusa De Rossi: ha attaccato il nostro giornalista legittimando campagne di odio
Ci Salerno 29/01/2024 - campionato di calcio serie A / Salernitana-Roma / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: Daniele De Rossi

Repubblica accusa De Rossi: ha attaccato il nostro giornalista legittimando campagne di odio.

E scoppiato il caso De Rossi-Repubblica dopo che l’allenatore della Roma ieri in conferenza stampa ha risposto al giornalista che aveva pubblicato l’articolo su quel che era accaduto nello spogliatoio. De Rossi ha negato tutto, tranne la discussione con Cristante e ha annunciato querele.

Il quotidiano ha risposto con due comunicati pubblicati sul giornale: uno della direzione, l’altro del comitato di redazione ossai la rappresentanza sindacale interna.

Il comunicato della direzione di Repubblica

L’allenatore della AS Roma, Daniele De Rossi, nella conferenza stampa di ieri, ha attaccato personalmente il nostro giornalista Marco Juric, contestando un articolo da lui scritto. Alla richiesta di chiarimenti da parte di Juric sull’improvvisa aggressione verbale, l’allenatore ha replicato: «Non puoi pensare che nessuno si stranisca se scrivi una cosa non vera». Legittimando di fatto un’ondata di insulti sui social che stava arrivando proprio in quelle ore contro il nostro reporter. Tutto ciò costituisce una violazione delle regole che garantiscono la libertà di informazione. È legittimo da parte di De Rossi, e di chiunque, smentire un articolo, se riporta notizie non corrette, e spetta al giornale in questione pubblicare la correzione. Ma non è legittimo attaccare personalmente e pubblicamente un giornalista, indicandolo come una sorta di nemico pubblico, esponendolo ad una sorta di gogna digitale. Fino a questo momento avevamo assistito a tali aggressioni contro i giornalisti da parte di esponenti della vita politica, dispiace davvero che a ripeterli sia l’allenatore di una grande società di Serie A, che rappresenta la capitale.

Il sindacato dei giornalisti di Repubblica

Se l’allenatore dell’As Roma Daniele De Rossi non si riconosce in un articolo di Repubblica, ha tutto il diritto di replicare, di dire la sua, eventualmente smentire le notizie riportate. Il confronto, anche conflittuale, tra chi racconta realtà complesse come quella del mondo del calcio professionistico e i suoi protagonisti c’è sempre stato.
La questione che ci preoccupa è un’altra: Daniele De Rossi dovrebbe evitare di additare cronisti – di qualunque testata – alla pubblica piazza, giustificando gli insulti e campagne di “odio” via social.
Mai come in questi tempi occorrono comportamenti che siano “educativi”, soprattutto da parte di chi ha grande visibilità.
E non il contrario.

La risposta di De Rossi in conferenza stampa

Si è parlato di problemi tra De Rossi e Cristante, ma anche con Mancini e la Ceo Lina Souloukou. Quanto c’è di vero?

«L’unica cosa vera è la discussione con Cristante. Abbiamo discusso in campo per dieci secondi, senza far volare parole grosse. È stata una discussione normalissima, per una cosa di allenamento, per forse dieci secondi e a venti metri di distanza. Ne ho viste centinaia di peggio. Il giorno dopo ci siamo abbracciati. Ho letto di mani addosso e di una mezza rissa, ed è una cosa grave, proprio perché era una cosa vera ed è stata ingigantita. Ora mi toccherà querelare. È una cosa che non va bene. Ho letto di aver litigato con Lina Souloukou prima e dopo l’Empoli, ma prima e dopo quella partita non l’ho neanche vista. Con Mancini non è mai successo nulla. Su queste cose non ho difesa».

ilnapolista © riproduzione riservata