Duro comunicato che denuncia gravi ingerenze «in occasione dell’evento Italian Tech Week» e non solo. «Questa redazione non ha mai venduto l’anima»
Repubblica sciopera contro Elkann: «è editore, non padrone. Gravi ingerenze».
Due giorni di sciopero, oggi e domani niente Repubblica.it (e il quotidiano in edicola non uscirà domani e dopodomani) per lo sciopero indetto dai giornalisti. Uno sciopero sostanzialmente contro John Ekann e le ingerenze dell’editore. C’è un comunicato della componente sindacale di Repubblica (pubblicato anche sul giornale ovviamente). Libero lo riporta così:
I giornalisti di Repubblica tornano a protestare contro gli Elkann. Oggi e domani scatta lo sciopero della testata fondata da Eugenio Scalfari, alle prese con difficoltà economiche e con la mano, sempre più pesante, di Gedi Gruppo Editoriale, di proprietà di Exor, la cassaforte della famiglia Agnelli. «L’assemblea delle giornaliste e dei giornalisti di Repubblica indice uno sciopero di due giorni – 25 e 26 settembre – per protestare contro le gravi ingerenze nell’attività giornalistica da parte dell’editore, delle aziende a lui riconducibili e di altri soggetti privati avvenuti in occasione dell’evento Italian Tech Week». Si legge in un documento approvato a larghissima maggioranza dalla redazione ieri.
Repubblica a Elkann: tentativi di piegare colleghi a pratiche lontane da una corretta deontologia
«Da tempo» rilevano i giornalisti «denunciamo i tentativi di piegare colleghe e colleghi a pratiche lontane da una corretta deontologia e dall’osservanza del contratto nazionale. La direzione ha il dovere di apportare ogni correttivo e presidio possibile per rafforzare le strutture di protezione della confezione giornalistica di tutti i contenuti di Repubblica, tema sul quale nei mesi scorsi è già stata votata una sfiducia all’attuale direttore (Maurizio Molinari, ndr) ». L’assemblea si rivolge «anche all’editore – e non padrone – di Repubblica John Elkann affinché abbia profondo rispetto della nostra dignità di professionisti e del valore del nostro giornale, testata con una propria storia e identità che non può essere calpestata. La democrazia che ogni giorno difendiamo sulle nostre pagine passa anche dal reciproco rispetto dei ruoli sul posto di lavoro».
E l’appello finale è ai lettori: «Questa redazione non ha mai venduto l’anima. E non sarà mai disposta a farlo». Da tempo i rapporti tra la redazione e l’editore sono tesi. Nei mesi scorsi, dopo la sfiducia votata a larghissima maggioranza nei confronti del direttore Molinari, il comitato di redazione aveva attaccato le numerose cessioni di testate, tra cui spiccava l’Espresso, da parte di Gedi. Da quasi cinque anni il gruppo editoriale è nelle mani degli Elkann. Il 2 dicembre 2019 la Cir vende le sue azioni del (pari al 60,9% del capitale) a Giano Holding, società partecipata dalla Exor, holding finanziaria olandese controllata dalla famiglia Agnelli. La proprietà diventa effettiva il 23 aprile 2020, con la nomina del nuovo Cda, presidente John Elkann. Successivamente Giano Holding porta a termine un’offerta pubblica di acquisto sulle restanti azioni del gruppo, divenendo proprietaria del 100% delpacchetto azionario.