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Rocchi: «Il rigore a Napoli? Il Var doveva intervenire perché per lui la decisione non era corretta»

A Radio Deejay: «Il braccialetto dell’hospitality dell’Inter? Mi accade in tanti stadi. Non ho problemi con le critiche degli ex arbitri»

Rocchi: «Il rigore a Napoli? Il Var doveva intervenire perché per lui la decisione non era corretta»
Db Milano 11/01/2023 - presentazione introduzione fuorigioco semiautomatico S.A.O.T / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Gianluca Rocchi

Gianluca Rocchi, designatore arbitrale per i campionati di Serie A e Serie B, è intervenuto a Radio Deejay ed è tornato sulla polemica social legata al braccialetto dell’hospitality dell’Inter nell’ultima apparizione a San Siro:

«Sinceramente non vorrei neanche perderci del tempo. Io giro moltissimo per gli stadi: vedo tutte le partite da casa o da Lissone. Però penso che gli arbitri vadano seguiti dal campo, per capire se hanno le caratteristiche per poter fare qualcosa in più, o semplicemente per capire se sono nello stato di forma ideale. Andando negli stadi, spesso sono in tribuna e mi danno sempre questi braccialetti: gli va data l’importanza che ha».

Rocchi: «Ex calciatori al Var? Senza riprova non si può sapere»

Rocchi è poi tornato sulle modifiche al regolamento:

«Il fallo di mano come è cambiato? In realtà non è cambiato niente, solo l’applicazione disciplinare. È stato ristretto il campo: il fallo di mano in area non sarà più da ammonizione, è stato derubricato a semplice fallo di gioco. Resta l’espulsione per l’ostruzione a rete, se il gesto di mano è stato considerato deliberato. Se si evita una rete, per esserci anche l’espulsione, deve essere un gesto interpretato non come istintivo, ma come una parata vera e propria».

Alcuni cambiamenti riguardano il calcio di rigore:

«Sul rigore, l’ingresso in area, di per sé non più sanzionabile a meno che non vada a intervenire sull’azione. Sembrerebbe una depenalizzazione della regola, ma in realtà va a penalizzare molto sia attaccanti che difensori: l’obiettivo è cercare di tenere sempre più possibile i giocatori fuori durante la battuta di un calcio di rigore».

La difficoltà più grossa che incontra nell’istruire Var e arbitri?

«Io ho chiesto a loro di essere sempre più decisionisti in campo, questo comporta una scelta coraggiosa dell’arbitro: deve decidere a prescindere da quello che dirà il VAR. Allo stesso tempo chi è davanti al monitor deve avere la lucidità e la capacità tecnica di capire se è corretta la valutazione di quell’episodio. Stiamo lavorando tanto con tutti, a partire dagli allenatori, perché la preparazione sia al massimo. A volte siamo mancanti nell’interpretazione calcistica e dobbiamo lavorarci».

Torniamo al rigore di Napoli, il Var deve intervenire? «Sì, perché per lui lì la decisione non è corretta. Non può essere considerato errore grave, però siamo andati un po’ avanti, già l’anno scorso: nella seconda fase della scorsa stagione abbiamo fatto un cambio di passo notevole. Io ho detto ai ragazzi che, se per loro c’è un errore, devono intervenire».

Alcuni credono che un ex calciatore al monitor aiuterebbe.

«Senza riprova non si può sapere. Io posso dire che gli arbitri lavorano molto proprio per cercare di capire il punto di vista dei giocatori e degli allenatori. Lunedì farò un incontro con gli allenatori, mi auguro partecipino il più possibile: ci serve il loro aiuto per trasformare una regola scritta in pratica».

Alla Uefa gli arbitri usano meno il Var?

«Non è proprio così. Numeri alla mano, nella scorsa stagione, non siamo stati tanto lontani come numero di interventi. Il tema è che vi soffermate tanto sulla Champions League, categoria top: sia arbitri che calciatori in quel caso sono al massimo livello. Se si guardano Conference ed Europa League, i dati sono molto più vicini ai nostri. Quello su cui siamo lontani, e credo faremo fatica, è il tempo di gioco effettivo: la qualità fa la differenza. Noi abbiamo delle gare in cui i tempi sono sopra la media europea, ma altre sotto i 45 minuti».

Rocchi non ha alcun problema con gli ex arbitri che in tv correggono gli errori arbitrali:
«Non ho mai avuto problemi sulle critiche, dipende da come si comportano. Se lo fanno in maniera professionale, ben venga: è anche uno stimolo. Non ho mai chiamato nessuno: posso avere una discussione se qualcuno dice una cosa non vera, ma se uno mi critica no» .

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