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Rodri minaccia lo sciopero? Ma chi vuole prendere in giro, potrebbe ridursi l’ingaggio e giocare meno (Telegraph)

Rodri si sente sotto pressione, potrebbe ridursi l’ingaggio e chiedere al City di giocare meno. Dovrebbe prendersela con il suo club piuttosto che con la Uefa

Rodri minaccia lo sciopero? Ma chi vuole prendere in giro, potrebbe ridursi l’ingaggio e giocare meno (Telegraph)
Db Berlino (Germania) 14/07/2024 - finale Euro 2024 / Spagna-Inghilterra / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Rodri Hernandez

Chi pensa di prendere in giro Rodri?” scrive il Telegraph riferendosi alle parole del centrocampista del City che in conferenza stampa minacciava lo sciopero per le troppe partite giocate. “Il risentimento espresso dal centrocampista del Manchester City riguarda una percentuale così piccola di giocatori che la stessa nozione di azione sindacale è assurda“.

Ieri in conferenza stampa pre Champions il calciatore aveva detto:

«Penso che siamo vicini allo sciopero, è facile da capire. Se lo chiedi a qualsiasi giocatore, ti dirà la stessa cosa; non è l’opinione di Rodri o altro. È l’opinione generale dei giocatori. E se continua così, arriverà un momento in cui non avremo altra scelta. Non so cosa succederà, ma è qualcosa che ci preoccupa perché siamo noi a soffrire».

Se Rodri si sente sotto pressione, potrebbe chiedere al City di giocare meno

È vero che Rodri ha giocato 36 partite consecutive. “Ma è l’eccezione piuttosto che la norma. Molti hanno trovato la loro esperienza al City  degradante da quanto poco hanno giocato“. Persino Sterling ha dovuto lasciare l’Etihad per quanto scaldava la panchina.

La sua ira è rivolta direttamente alla Uefa. Ma sarebbe sicuramente più utile se fosse rivolta al suo club”. Anche perché secondo il Telegraph, “è il City il responsabile ultimo della sua fustigazione“.

Quindi se Rodri è ora solo un guscio di uomo senza energie, potrebbe iniziare chiedendo al suo manager perché non fa più turnover“.

Lui, come Alisson, credono di essere le vittime della ricerca espansionistica irrequieta del calcio. Ma entrambi non rappresentano la maggioranza. Anzi fanno parta di una minoranza. Tant’è che il Telagraph cita Tebas:

«Pensiamo sempre a 150 o 200 giocatori che giocano tutte le partite. Ma in Europa ci sono più di 50.000 giocatori che non lo fanno e che non hanno il problema del carico di partite. Il calcio non può essere governato da ciò che accade a 200 giocatori, ma dal resto».

Rodri ha ragione quando dice che per le troppe partite, la qualità del “calcio giocato” sarà sempre più bassa. “Ma di chi è la colpa? Della Uefa? O del City, dopo la loro acquiescenza a una Champions League rinnovata, a un Mondiale per club di un mese la prossima estate, per non parlare di un tour pre-stagionale post-Europei che si estende da New York a Orlando, da Charlotte a Columbus?”

Una soluzione alternativa c’è. “Rodri potrebbe accettare un taglio di stipendio commisurato ai suoi impegni ridotti”. Ma sembra difficile che accetti di ridursi  “l’enorme busta paga che deriva da un fitto calendario di incontri e dagli enormi accordi con gli sponsor”.

Non sentiamo alcun riconoscimento del fatto che il 30 percento in meno di partite dovrebbe equivalere al 30 percento in meno di remunerazione. Al contrario, Rodri, come secondo favorito dietro Vinicius Jnr del Real Madrid per vincere il Pallone d’Oro, è in una posizione privilegiata per negoziare il raddoppio dei suoi soldi al City. Insomma, “se Rodri si sente sotto pressione, dovrebbe semplicemente chiedere al suo club dalle risorse abbondanti di riposare, piuttosto che lamentarsi e minacciare lo sciopero“.

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