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Roma, ci volevano Juric e l’esonero di De Rossi per la prima vittoria in campionato

Tre a zero all’Udinese capolista. Partita senza storia. I calciatori non hanno minimamente risentito dello sciopero della Curva Sud

Roma, ci volevano Juric e l’esonero di De Rossi per la prima vittoria in campionato
Dc Roma 22/09/2024 - campionato di calcio Serie A / Roma-Udinese / foto Domenico Cippitelli/Image Sport nella foto: Ivan Juric

Roma, ci volevano Juric e l’esonero di De Rossi per la prima vittoria in campionato

Torniamo sempre a Kolarov. I tifosi non capiscono molto di calcio. Perché una cosa è la romanità e un’altra il pallone. Ci volevano l’esonero di De Rossi e l’arrivo in panchina di Juric per siglare la prima vittoria della Roma in campionato. Dopo tre pareggi e una sconfitta, con Juric in panchina la Roma finalmente ha vinto. E ha vinto 3-0 contro l’Udinese prima in classifica. Partita fondamentalmente senza storia. dominata dal primo all’ultimo minuto. I giallorossi ovviamente non hanno minimamente risentito dello sciopero della Curva Sud che è si è assentata nella parte iniziale della partita. Peggio per loro, si sono persi il vantaggio con l’ucraino Dovbyk. A inizio ripresa il raddoppio con Dybala su rigore e infine il terzo gol di Baldanzi.

Roma, Lina Souloukou è stata dimessa. Ora ai Friedkin serve un altro parafulmine

Roma, chiamiamole pure dimissioni indotte. Chi è addentro alle vicende giallorosse, non ha dubbi: Lina Souloukou è stata dimessa. Il comunicato della Roma si sofferma sulla dedizione in una fase critica. In realtà l’amministratrice delegata greca ha svolto il ruolo indispensabile con i Friedkin: il parafulmine. Ma adesso la situazione è definitivamente precipitata, Lina non è più un nome spendibile. Sono finite su di lei tutte le responsabilità, come da ruolo peraltro: l’azienda era stata affidata a lei.

E’ sopravvissuta alla bufera Mourinho, non a quella De Rossi. Anche perché oggi a Roma andrà in scena la prima contestazione organizzativa su Friedkin. Contestazione condivisa da tutti. Ai proprietari americani serviva un capro espiatorio. Le dimissioni di Souloukou non sono state un atto spontaneo. Tutt’altro.

I Friedkin non amano il dissenso, figuriamoci la contestazione. Fateci caso, a Roma non si sono mai visti tranne che nei momenti di festa. La vittoria della Conference. L’arrivo di Lukaku addirittura su un aereo pilotato dal presidente Dan. Non amano mostrarsi nelle difficoltà, non sono di quelli che hanno il mito del capitano che sta sulla tolda nelle avversità.

Hanno considerato Souloukou un nome non più spendibile. Ora dovranno cercare un altro amministratore delegato. Soprattutto un altro parafulmine. O magari sperare che gli arabi tornino a bussare come ad agosto 2023 quando padre e figlio dissero no all’offerta di 840 milioni per il club.

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