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Se papà è il tuo coach: il tennis aumenta la conflittualità nei rapporti padre-figlio (The Athletic)

Circa dieci mesi di viaggio all’anno, la monotonia degli allenamenti, le sconfitte da riesaminare. È dura reggere

Se papà è il tuo coach: il tennis aumenta la conflittualità nei rapporti padre-figlio (The Athletic)
15 June 2023, Baden-W¸rttemberg, Stuttgart: Tennis: ATP Tour - Stuttgart, Singles, Men, Round of 16. Tsitsipas (Greece) - Gasquet (France). Stefanos Tsitsipas reacts. Photo: Marijan Murat/dpa (Photo by MARIJAN MURAT / DPA / dpa Picture-Alliance via AFP)

Nel mondo del tennis in molti casi è presente la dinamica figlio-padre coach. Non sempre però il rapporto tra figli tennisti e padri-coach si sviluppa in maniera salutare e spesso diventa un ostacolo.

The Athletic parla di questo fenomeno prendendo per esempio i casi di Zverev e Tsitsipas:

“Quando Alexander Zverev giocherà la sua partita di quarti di finale agli Us Open, Zverev guarderà il suo team nel box. Potrà incrociare gli occhi del suo allenatore e i due sapranno esattamente cosa si stanno dicendo, anche se non parleranno. Il messaggio arriverà dalla persona che conosce il ventisettenne da più tempo di chiunque altro: suo padre, che può parlargli con un cenno, un’inclinazione della testa o un movimento degli occhi.

«Alcuni giocatori, se hanno i genitori come allenatori, discutono molto», ha detto questo fine settimana Zverev. «Ci sono un sacco di cose non salutari. Devo dire che tra noi non è affatto così. Ci capiamo a vicenda».

Questo è il vantaggio di essere allenati dal proprio padre”.

Essere allenati dal proprio padre ha però anche dei lati negativi. L’esempio è il rapporto tra Tsitsipas e suo padre Apostolos.

I due hanno rotto all’inizio di agosto, dopo una lite durante la sconfitta di Tsitsipas contro Kei Nishikori a Montreal.

Tsitsipas ha detto a suo padre, che non è mai stato timido nell’intromettersi durante le partite, di lasciare il suo posto nel bel mezzo della partita. Poi ha incolpato Apostolos per il mancato sviluppo della sua carriera e per le sue difficoltà con il dritto. Il giorno dopo ha annunciato che suo padre sarebbe rimasto il suo compagno di viaggio, ma non lo avrebbe più allenato. Apostolos è di parere diverso. Non ha accompagnato il figlio agli Us Open, scegliendo invece di lavorare con il figlio minore, Pavlos che si sta facendo strada nel circuito Futures. Negli ultimi dieci anni ha allenato e viaggiato con Stefanos”.

Tennis, la routine dei giocatori complica i rapporti padre-coach e figlio

The Athletic spiega le ragioni di questa conflittualità:

Non ci vuole Sigmund Freud per capire che i rapporti tra padri e figli sono spesso complicati, prima di considerare le tensioni e la logistica del tennis professionistico.

Circa dieci mesi di vita tra valigie e camere d’albergo, la monotonia degli allenamenti quotidiani e della preparazione fisica, il processo a volte delicato di riesaminare le sconfitte che possono accumularsi. È complesso anche con l’allenatore migliore, figuriamoci nella difficile dinamica padre-figlio.

E naturalmente, tutto questo si svolge di solito durante la tarda adolescenza e la prima età adulta, un periodo della vita in cui i ragazzi in crescita generalmente non vogliono che il padre li faccia divertire. Non vogliono sentirsi dire cosa mangiare, quando dormire e come avrebbero dovuto fare qualcosa che hanno invece sbagliato”.

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