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Seedorf: «Il calcio italiano ha un suo Dna: difesa e cinismo. Copiare filosofie straniere non funziona»

A Repubblica: «Il futuro si fa conoscendo la propria storia, con necessari adattamenti. Nei ruoli di potere i neri sono in assoluta minoranza»

Seedorf: «Il calcio italiano ha un suo Dna: difesa e cinismo. Copiare filosofie straniere non funziona»
Db Milano 15/09/2021 - Champions League / Inter-Real Madrid / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Clarence Seedorf

Seedorf: «Il calcio italiano ha un suo Dna: difesa e cinismo. Copiare filosofie straniere non funziona»

La Repubblica intervista Clarence Seedorf

Come sta il calcio italiano?

«A livello di Nazionale, l’Europeo ha indicato che c’è tanto lavoro da fare ma il materiale umano è molto buono, a partire da Spalletti. Poi Donnarumma, Calafiori, Barella. A livello di club, bisogna riconfermarsi dopo gli exploit di Inter ed Atalanta. I tifosi italiani riempiono gli stadi, è un dovere per il movimento calcistico nazionale offrire loro uno spettacolo degno.»

Come si fa?

«Il calcio italiano ha un suo Dna. Copiare modelli e filosofie straniere non funziona. Il futuro si fa conoscendo la propria storia, con necessari adattamenti: difendere con tutta la squadra ed essere cinici. Nessuno lo fa meglio degli italiani».

Seedorf contro pregiudizi e nuovi… dirigenti

Anni fa, in una riunione della Fifa, sottolineò come gli allenatori neri siano pochi, nei club e nelle nazionali. C’è ancora un pregiudizio in Europa?

«Nei ruoli di potere le persone nere sono in assoluta minoranza. Il pregiudizio si può sconfiggere solo dando a tutti l’opportunità di dimostrare le proprie competenze. Se in un processo di selezione non si viene neanche chiamati per un colloquio, è difficile ottenere il posto.»

Sullo spazio nella dirigenza per le bandiere:

«Bisogna portare valore, non basta essere bandiere. Maldini e Zanetti sono anche validi manager. Oggi le squadre puntano sui giovani e trasmettere loro la cultura del club non è semplice. Il Real Madrid lo fa bene, in dirigenza con Butragueno, in spogliatoio con Modric e Kroos.»

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