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Sinner e il doping: non lasciamo il tema alla partigianeria del tifo (La Stampa e noi siamo d’accordo)

L’editoriale del quotidiano è una mosca bianca. Ed è decisamente più in linea con quanto viene scritto da mesi dalla stampa internazionale

Sinner e il doping: non lasciamo il tema alla partigianeria del tifo (La Stampa e noi siamo d’accordo)
Italy's Jannik Sinner celebrates winning against Italy's Matteo Berrettini during their men's singles second round tennis match on the third day of the 2024 Wimbledon Championships at The All England Lawn Tennis and Croquet Club in Wimbledon, southwest London, on July 3, 2024. Sinner won the Match 7-6, 7-6, 2-6, 7-4. (Photo by ANDREJ ISAKOVIC / AFP) / RESTRICTED TO EDITORIAL USE

Sinner e il doping: il tema è delicato, non lasciamolo alla partigianeria del tifo (La Stampa e noi siamo d’accordo)

Va segnalato come una mosca bianca l’editoriale de La Stampa sul caso Sinner. A firma Giulia Zonca. Editoriale che a questo punto  ci tocca definire coraggioso, visto quel che leggiamo altrove e non parliamo solo dei social che sul tema sono più infrequentabili del solito. Diciamo che abbiamo avuto la solita reazione calcistica e all’italiana. Del resto se c’è una colpa di cui si è macchiato Sinner e che mai gli perdoneremo, è quella di aver calcistizzato il tennis. Ma questa è un’altra storia.

La Stampa approccia il tema, ossia il ricorso della Wada contro l’assoluzione dell’italiano, in modo impermeabile alla partigianeria.

Scrive Zonca:

Mettersi a tifare dentro una disputa sul doping è un esercizio che sfida la logica. Eppure il caso Sinner, portato in appello, scatena reazioni che nulla hanno a che fare con la natura del processo e moltissimo raccontano della paura del tradimento. In un attimo l’intricatissimo tema si è trasformato in un problema territoriale, «volete rovinarci il campione», in una rivolta antisistema «non sono credibili», nella più classica tesi a complotto. E altrove o in opposte curve si pretende «la fine dei favoritismi», «la verità (vi prego) sul tennis». Peccato che il tifo sia dichiaratamente partigiano, quindi alieno a un dibattimento che si basa per diritto sull’imparzialità.

Sinner e il ricorso della Wada

Il tema è che

L’agenzia Mondiale antidoping, la Wada, ritiene che non si possa definire il numero uno del tennis «non colpevole di negligenza». Ciò non significa automaticamente che sospettino si sia dopato consapevolmente. Hanno valutato certe spiegazioni non così coerenti e soprattuto le tempistiche accelerate, la modalità con cui, per due volte, un tribunale indipendente ha scartato la responsabilità di Sinner non conforme alle norme. Ed è legale, rispettoso di un regolamento.

Sì, La Stampa ricorda il caso dei cinesi su cui la Wada ha sciaguratamente chiuso entrambi gli occhi.

La Wada emerge da un periodo di violente polemiche perché si è fatta andare bene, senza chiedere ulteriori indagini, l’ipotesi di contaminazione con cui l’antidoping cinese ha assolto 23 nuotatori trovati positivi. Ha sbagliato, pure in circostanze complesse (gli anni del Covid, l’impossibilità di un’indagine diretta), ha sbagliato. Ha tolto garanzie, ha seminato il dubbio. Ora cerca di essere scrupolosa per reazione? Si spera non siano così umorali, però anche fosse, il risultato non cambia. Resta un’operazione coerente. Gli errori per compensazione fanno schifo sui campi e fuori, è il modo in cui l’arbitro perde il controllo e, se usasse quel canone, succederebbe pure alla Wada, che proprio come la democrazia è difettosa, solo che non si è ancora inventato niente di meglio. 

Aggiungiamo un aspetto. Abbiamo notato che all’estero, sulla stampa britannica ma non solo, l’uguaglianza di fronte alla legge è un tema particolarmente sentito. All’estero l’equità nel trattamento ricevuto è un tema. A Sinner sono state concesse garanzie che a nessun altro nel tennis sono state concesse. E con i suoi toni pacati lo ha ricordato anche Roger Federer. È un concetto che in Italia diamo per scontato, figurarsi quando a essere coinvolto è un italiano. Il Telegraph pone domande e solleva dubbi di cui qui praticamente non si parla. Sinner non è dopato, ci pare chiaro. Ma è altrettanto chiaro che la credibilità del sistema tennis in questa vicenda ne è uscita a pezzi.

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