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Tapia oro alle Paralimpiadi: «La cecità mi ha permesso di guardare dentro me stesso» (Corsera)

«Spero serva anche per ispirare coloro che sono fragili e si abbattono, nella vita tutto è possibile e sono padroni del loro destino».

Tapia oro alle Paralimpiadi: «La cecità mi ha permesso di guardare dentro me stesso» (Corsera)
Italy's Oney Tapia competes in the final of the Men's Shot Put (T12) event during the Rio 2016 Paralympic Games at the Olympic Stadium in Rio de Janeiro, Brazil, on September 8, 2016. (Photo by YASUYOSHI CHIBA / AFP)

Tapia oro alle Paralimpiadi: «La cecità mi ha permesso di guardare dentro me stesso».

Oney Tapia si laurea campione paralimpico nella finale della categoria F11, atleti ciechi.

Scrive il Corriere della Sera:

È la prima medaglia d’oro a una Paralimpiade per il campione originario di Cuba, che prima aveva vinto un argento (disco, Rio 2016) due medaglie di bronzo (disco e peso, Tokyo 2020). Giunto in Italia da Cuba nel 2002 per giocare a baseball prima e a rugby poi («Lo sport che preferisco, tornassi a vedere ci giocherei»), tree climber per lavoro e cieco dal 2011 per quel tronco libero nell’aria (dice stupendo: «Una benedizione. Mi ha permesso di guardare dentro me stesso»). Aveva due passioni a Cuba: il ballo («la Rumba nel cuore, si danza nei quartieri») e lo sport («Lo sport paralimpico ha dentro persone che sanno prendere la vita in mano, fantastiche»).

Tapia: «siamo padroni del nostro destino»

Sa come non abbattersi, lui che ha saputo riprendere in mano la sua vita: «Lo sport è questo: si cade, si piange, ci si rialza e alla fine ci si diverte. E mi sono proprio divertito a lanciare il disco. Purtroppo con la pioggia faccio molta fatica, la pedana era bagnata. Ma ci tenevo troppo a questa medaglia, che è per le mie figlie. Dopo la gara nel getto del peso hanno pianto e invece oggi possono gioire con me». Sa di essere un esempio: «Spero serva anche per ispirare coloro che sono fragili e si abbattono, ma che da risultati come questo possono imparare che nella vita tutto è possibile e sono padroni del loro destino».

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