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Baresi a tutto tondo: «A Theo e Leao direi di ritenersi fortunati. Non dimenticherò mai Napoli-Milan dell’88»

A SportWeek: «Non esiste il Milan di oggi o di ieri, esiste solo il Milan. Io a Milanello? Non è il mio ruolo, ma so che tutti i calciatori riconoscono cos’ho fatto»

Baresi a tutto tondo: «A Theo e Leao direi di ritenersi fortunati. Non dimenticherò mai Napoli-Milan dell’88»
1983 archivio Storico Image Sport / Milan / Franco Baresi / foto Aic/Image Sport

Baresi a tutto tondo: «A Theo e Leao direi di non dimenticare dove sono. Non dimenticherò mai Napoli-Milan dell’88»

Franco Baresi ha rilasciato una lunga intervista a SportWeek, inserto della Gazzetta. L’ex campione milanista ha svariato tra tanti temi, tra cui l’uscita del suo prossimo libro Ancora in gioco oltre che le tematiche più spinose relative all’attualità rossonera: la leadership di Fonseca, il comportamento tecnico e temperamentale di Theo Hernandez e Rafa Leao, il Milan e la sua storia inseriti in un “Grande Tempo” dove conta solo lo stemma, i canoni valoriali della squadra vincente e non strettamente l’oggi.

Baresi si racconta e “bacchetta” Leao

Di seguito un estratto dell’intervista succitata:

Perché non va a Milanello, per far sentire cosa significa essere il Milan?

«Perché non è il mio ruolo. Non è compito mio. Ma questa estate, in tournée, ho conosciuto Fonseca, sono stato coi giocatori, e ho constatato che nei miei confronti c’è sempre un grande rispetto da parte di tutti. I calciatori di questo Milan sanno chi sono e cosa ho fatto nel Milan. Conoscono la storia, e questo è importante.»

Cosa direbbe a Theo e Leao?

«Gli direi che è fortunato a essere quello che è. E di non dimenticarlo. A Theo direi le stesse cose. Ma credo che lo sappiano, e sappiano di essere in un grande club.»

Sui valori perenni del Milan

«Non esiste un Milan di oggi o di ieri, esiste solo il Milan, che punta sempre al meglio. Bisogna tenerlo a mente e agire di conseguenza. Che partita rigiocherei? Se parliamo di quelle che ho vinto, Napoli-Milan del 1988 che ci assicurò lo scudetto e aprì una nuova era. Poi, Milan-Real 5-0.»

Fonseca: «La fascia di capitano? Per me i leader non sono solo quelli con la fascia»

Ieri in conferenza il portoghese aveva parlato così:

Fondamentale essere concentrati su domani?
«So che l’Udinese crea sempre grandi difficoltà e so che domani non sarà diverso. Loro sono una buona squadra, molto aggressiva, che gioca bene e che è molto motivata. Dovremo essere al massimo livello per poter vincere domani».

C’era rabbia dopo Firenze… Ora qual è il clima?
«Il primo giorno è stato buono perché non ho visto nessuno, ero arrabbiato. Dopo certe partite non mi piace vedere nessuno. Abbiamo avuto pochi giocatori in questi allenamenti, poi tutti i nazionali sono arrivati ieri. Abbiamo parlato della Fiorentina e preparato l’Udinese. Per me è stato molto importante ieri parlare di ciò che è successo a Firenze. Oggi abbiamo parlato dell’Udinese».

Di cosa ha parlato Fonseca al gruppo?
«Tutto quello che voi pensate. Io non chiudo gli occhi davanti ai problemi. Li abbiamo, affrontiamoli».

Ha l’impressione di non essere capito?
«La mia leadership non è da farla vedere fuori, io non sono un attore. Se abbiamo qualche problema, non me ne frega un cazzo del nome del giocatore. Io ci parlo. Frontalmente, direttamente, con la squadra o con i giocatori».

Chi ha sbagliato a Firenze verrà punito?
«Vediamo domani. Per me nessun calciatore è più importante della squadra. E chi sbaglia deve prendersi le sue responsabilità. Se qualcuno non segue questo spirito di squadra, per me è difficile».

La critica che le viene mossa è che non ha in mano lo spogliatoio…
«Non ho bisogno di dimostrare nulla, non sono un attore. Nel calcio oggi c’è tanta necessità di farsi vedere, io invece sono così, dal primo giorno. Fate questa domanda ai calciatori, se sono stato così dal primo giorno o meno».

Chi sarà il capitano domani?
«Io sono arrivato qui e c’erano già tre capitani: Calabria, Theo e Leao, perché sono i giocatori con più partite nel Milan. Io posso essere d’accordo o no su questo, ma io devo rispettare questa decisione. Quello che io penso è che questa squadra ha bisogno di più leader. Per me non è importante chi ha la fascia, ma avere tre giocatori o più che condividano la leadership. Ci sono altri giocatori che possono aiutare questi giocatori nella leadership. E per me i leader non sono chi hanno la fascia. Ci sono altri giocatori che possono aiutare chi ha la fascia».

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