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Bisevac: «Chiesi ad Ancelotti “Mi conosce davvero?”. Mi ha risposto: “Voi serbi siete duri, siete guerrieri”»

L’ex difensore del Psg all’Equipe: «Mi sono sentito sollevato, aveva fiducia in me. Il più cattivo Thiago Motta. Ibra era una bestia»

Bisevac: «Chiesi ad Ancelotti “Mi conosce davvero?”. Mi ha risposto: “Voi serbi siete duri, siete guerrieri”»
Real Madrid's Italian coach Carlo Ancelotti looks on ahead the UEFA Champions League semi-final first leg football match between FC Bayern Munich and Real Madrid CF on April 30, 2024 in Munich, southern Germany. (Photo by Kirill KUDRYAVTSEV / AFP)

A molti il nome Milan Bisevac potrebbe non dire nulla. Ma il difensore serbo ha giocato nel 2016 alla Lazio e prima ancora, tra il 2011 e il 2012, nel primo Psg dei qatarioti. A Parigi ha fatto la conoscenza di alcuni protagonisti del calcio italiano ma soprattutto ha conosciuto Carlo Ancelotti. L’Equipe lo ha intervistato.

Bisevac: «Il più cattivo Thiago Motta. Ibra era una bestia»

Il più cattivo?
«Potrei essere io! Altrimenti Thiago Motta, un grandissimo giocatore, il boss della mediana che ha messo dentro tiri che non si vedevano».

L’attaccante che odiavi incontrare?
«Zlatan Ibrahimovic era una bestia. Sai che avrai una brutta giornata con lui. È forte, tecnico, veloce, cattivo».

L’allenatore che ti ha colpito di più?
«Antoine Kombouaré nel Valenciennes (2008-2009) e che ho ritrovato al Psg (luglio-dicembre 2011). Voleva già ingaggiarmi dalla Stella Rossa Belgrado e dagli Europei U21. Con lui ho fatto un passo avanti, ho iniziato a farmi un nome. Quanto era bello, i tifosi, la coesione del collettivo e dell’allenatore… Lui sa dove vuole arrivare, conosce il valore degli uomini, è sempre lì per noi e per la famiglia. È vicino. È severo. Lo ammiro molto, gli devo molto. E in Nazionale c’era anche Sinisa Mihajlovic, le emozioni sono tante quando parlo di lui… E di come ha concluso la sua vita… Che mentalità».

«Con chi non mi sono trovato? Frédéric Hantz a Metz (2017-2018), e non solo per me. Non puoi parlare con un ragazzo che ha più di 300 partite professionistiche, più di 30 anni ed esperienza internazionale come se fosse un ragazzino di 20 anni».

L’allenatore che ti ha sorpreso di più?
«Quando Carlo Ancelotti ha firmato per il Psg mi sono posto la domanda: “Che fine farò?” Il giorno in cui è arrivato, ero in anticipo come al solito e ci siamo incrociati nel corridoio. Dico: “Mi conosce davvero?” (ride). Ha lavorato con tanti giocatori straordinari! E lì mi ha detto in francese: “Voi serbi siete duri, siete guerrieri”. Mi sono sentito sollevato. Con lui ho giocato subito come terzino e aveva fiducia in me».

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