Prestazione da dimenticare. Tre punti da ricordare. Lukaku esce, e ci fischiano un rigore rigorino. Segna Kvara, alla faccia dei tifosi incompetenti e delle frasi di Adl
Che goduria il Napoli bonipertiano: 1-0 su rigore con un solo tiro in porta. Al circo andateci voi
Empoli-Napoli 0-1. Squadra cinica. Si dice così? Sono le vittorie della Juve bonipertiana, allegriana. Ora che loro hanno abbracciato (teoricamente) l’estetica, a Napoli possiamo finalmente salutare la conversione al pragmatismo. Un tiro in porta e un gol, persino su rigore. Primo posto consolidato. E tanti saluti al calcio circense. La capolista se ne va. E se vince anche in pomeriggi come questo, le altre fanno bene a preoccuparsi. Uno a zero su rigore. Respiriamo a pieni polmoni.
Step on foot. Che sarebbe la vecchia scarpesata. Il grimaldello con cui stanno trasformando il calcio in un altro sport. Ma, come si dice, non tutti i mali vengono per nuocere. E così al minuto 60 di una delle partite più brutte che la storia ricordi, il Napoli si illumina di Simeone e Politano. Abisso (il Christopher Walken degli arbitri) fischia rigore per fallo sul Matteo ritrovato. Rigore o rigorino? Per il regolamento attuale è quasi un rigore netto. Ovviamente per chi ha frequentato l’altro calcio, è acqua fresca. Fatto sta che sul dischetto va Kvaratskhelia che se ne impippa sia dei tifosi incompetenti sia delle dichiarazioni di De Laurentiis in astinenza da microfono (lui e le sue frasi su Kvara che potrebbe andar via e noi che – secondo lui – ce ne faremo una ragione). Il georgiano butta dentro un pallone pesantissimo. Perché sì, ce ne faremo una ragione senza Kvara ma fin quando sarà qui, facciamolo rendere al meglio. È il nostro calciatore più forte per distacco.
Ora, lo sappiamo, dovremmo imbastire il discorso sul merito. Meritato? Non meritato? Che vuole dire meritato? Tranquilli, non vi ammorberemo con dissertazioni da domenica pomeriggio. La realtà è che l’Empoli fa la partita, tiene palla, tira in porta, ci anticipa in ogni parte del campo e poi alla prima occasione il Napoli conquista un rigore e segna. Ma, attenzione, la fortuna devi conquistartela. E il Napoli se l’è conquistata. Perché in panchina ha un fuoriclasse: Antonio Conte. Che dopo un’ora di nulla, richiama Lukaku in panchina e spedisce Simeone in campo. Il Napoli ha una scossa elettrica. Senza il Cholito, non ci sarebbe stata quell’azione. E quindi non ci sarebbe stato il rigore.
Non solo. Nel calcio non puoi comandare sempre tu. Devi saper subire. Devi saper essere concavo e convesso. E il Napoli dimostra di saper rinculare. Caprile stavolta va elogiato. Non solo per un pregevole stop al volo. Ma per tre parate: due su Sebastiano Esposito (che Conte lanciò nell’Inter a 17 anni, persino in Champions) e l’altra su Pezzella col piede di richiamo sul primo palo laddove Zoff non arrivò sul tiro di Socrates. Un plauso anche a Spinazzola che toglie dal sinistro di Colombo un pallone che avrebbe potuto provocare dolori. Azione nata da un passaggio inguardabile di Anguissa. Tanti i passaggi inguardabili nel primo tempo.
Il Napoli fatica, al punto che Conte non grida nemmeno più di tanto. Sarebbe inutile. Accompagna i calciatori in questo stadio di provincia che spesso ha procurato dolori al Napoli. Piccola città, bastardo posto. Ma non oggi. Oggi il Napoli allunga in classifica. Al circo andateci voi.