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Conte ha avuto ragione a scegliere Lukaku pur avendo Osimhen (Tardelli)

Su La Stampa: «Il suo Napoli è la squadra che mi diverte di più. Sa come gestire giornalisti e presidenti, è un grande conoscitore di calcio»

Conte ha avuto ragione a scegliere Lukaku pur avendo Osimhen (Tardelli)
Mg Verona 18/08/2024 - campionato di calcio serie A / Hellas Verona-Napoli / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Antonio Conte

Conte ha avuto ragione a scegliere Lukaku pur avendo Osimhen (Tardelli).

Marco Tardelli dedica a Conte e al Napoli la sua rubrica settimanale su La Stampa.

Scrive Tardelli:

La squadra che più mi diverte è questo Napoli guidato da un Conte in grande spolvero, che con severità e rispetto paterno ha ricreato un nuovo Lukaku. Non tutti credevano nella sua scelta, avendo a disposizione Osimhen, ma come al solito ha vinto la sua testardaggine. Antonio ha creato una bella corazzata, subisce pochi goal e riesce a fare quelli che gli servono per vincere le partite.

È una squadra che riesce a cambiare modulo a secondo del bisogno. Da qui alla pausa di novembre, il Napoli avrà un calendario che potrà veramente farci capire quale sarà il suo percorso in questo campionato. Alle due partite, che potrebbero sembrare le più semplici ad Empoli ed in casa con il Lecce, seguiranno tre appuntamenti da brividi. Con il Milan fuori casa, contro l’Atalanta al
Maradona e contro i nerazzurri di Inzaghi al Meazza.

Se Conte uscisse indenne da questa cinquina si ritroverebbe fra le mani una squadra sicura dei propri mezzi, un’atmosfera magica che scatta quando meno te lo aspetti. È un grande conoscitore del calcio, sa come vincere gli scudetti, sa come gestire giornalisti e presidenti e cosa molto importante per il Napoli non ha le Coppe. 

I 70 anni di Tardelli: «Maradona e Pelè non si sopportavano. L’urlo? Mi stufo quando mi chiedono di rifarlo»

Intervistato dal Corriere della sera, a firma Francesco Battistini.

Maradona e Pelé si sono confrontati per una vita…
Tardelli: «Non si sopportavano. Alla festa d’addio di Platini, avevamo fatto un pullman di vecchie glorie. A un semaforo, ci affianca una limousine: sopra c’è Maradona, che ci saluta. Allora Pelé fa fermare e dice: o sale sul pullman anche lui, o io non vengo. Platini scende e negozia. Alla fine, Maradona viene con noi e s’avvicina a Pelé: ma dai, perché fai così… Diego era un genio, circondato da gente strana. Prima che arrivasse in Italia, un dirigente Fiat l’aveva segnalato all’avvocato. Certo, se Boniperti avesse dato retta all’avvocato e l’avesse preso, chissà…».

Ma è vero che scioperasti contro Platini?
«Ma no. Semplicemente andai da Boniperti con Scirea, Gentile e Rossi a domandare perché Platini guadagnasse più di noi, che eravamo campioni del mondo».

Tanti incontri.
«Il bello della mia vita. Boniperti forse è stato il più importante. Un papà col quale litigavo, sapeva essere duro e generoso. Come arrivai alla Juve, mi levò braccialetti e collanine, m’obbligò a tagliarmi i capelli. Poi un giorno, mentre firmavo autografi, gli chiesi la penna in prestito. Mi passò la Cartier d’oro e mi disse: tienila, te la regalo. Era uno che non ti faceva mai sentire solo. Come Agnelli, del resto».

Tardelli e quell’incontro al bar con Gianni Brera

Ci furono liti memorabili.
Tardelli: «In Spagna, ci attaccavano pesanti. “L’armata Brancazot”, “cortocircuito cerebrale”, Matarrese che voleva prenderci a calci nel sedere… Gianni Brera scrisse che io non dovevo esserci. Lo vidi al bar del ritiro, stavo prendendo un caffè e dissi: usciamo, c’è puzza di m… Una cretinata. Non riuscii mai a scusarmi con lui, ma lo feci col figlio. E Matarrese oggi m’è simpaticissimo».

Non sei stufo dell’urlo?
«Mi stufo quando mi chiedono di rifarlo».

E di quel famoso 8 in amore che ti diede Moana Pozzi?
«Fu una storia brevissima. Lei simpatica, intelligente. Lasciamo perdere il voto… Anche se era un 8 e mezzo, tanto per la precisione!».

L’ENTRATACCIA DI TARDELLI SU RIVERA DOPO TRE SECONDI DI GIOCO

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