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Davvero i fumogeni sono il problemi del calcio? Torniamo ai fumogeni liberi e amen, come nel Nord Europa

L’Equipe fa il punto sulla situazione in Francia. Le multe non hanno risolto il problema. Nel Nord Europa li tollerano e identificano i violenti

Davvero i fumogeni sono il problemi del calcio? Torniamo ai fumogeni liberi e amen, come nel Nord Europa
Db Parigi 25/10/2023 - Champions League / Paris Saint Germain-Milan / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: coreografia tifosi Psg

Davvero i fumogeni sono il problemi del calcio? Torniamo ai fumogeni liberi e amen, come nel Nord Europa

La Francia ha un serio problema di ordine pubblico dentro gli stadi. Tra fumogeni e comportamenti non legali, ci si arrabatta per trovare una soluzione e porre un rimedio alternativo alle trasferte vietate e alle chiusure degli spalti. Ne parla l’Equipe.

La nuova stagione di Ligue 1 riprende come era finita quella precedente: con fumogeni ovunque negli stadi e, in risposta, le prime chiusure degli spalti, a Marsiglia, o squalifiche ancora da scontare, a Saint-Étienne“.

Le principali multe e sanzioni inflitte dalla Lfp (La Ligue de Football Professionnel) e delle sue forze dell’ordine riguardano l’uso di ordigni pirotecnici. E, secondo i dati, le sanzioni sono in costante aumento negli ultimi anni. Dal post-Covid, le multe sono diventate quasi automatiche e sono passate da 2 milioni di euro nel 2021-2022 a 3,1 milioni di euro nel 2023-2024, con un aumento del 55% in due anni.

Il numero di partite che si gioca a porte chiuse rimane basso. Circa una stagione, rileva il quotidiano. Aumentano però “le chiusure totali o parziali di tribune: 12 nel 2021-2022, 22 nel 2022-2023, 30 nel 2023-2024. «Ciò che caratterizza la Francia è che ricorre, molto più di altri paesi, a misure collettive», spiega Nicolas Hourcade, sociologo specializzato in tifoseria. «È legato anche al fatto che non esiste una vera politica, nessuna riflessione globale, sulla gestione di questi fenomeni. Cerchiamo quindi soluzioni facili e poco costose, ma che hanno effetti perversi sul prodotto e che non consentono di affrontare il problema di fondo».

“Fermiamo le sanzioni collettive, sono inutili. Non sono i fuochi pirotecnici il problema del calcio”, ha sostenuto Xavier Pierrot, ex vice direttore generale del Lione, durante un convegno al Senato.

I paesi del Nord hanno calmato la situazione

Le autorità hanno provato a fare diversamente. Per esempio hanno proposto di far entrare “legalmente” alcuni di questi fumogeni, previo avviso e autorizzazione da ottenere almeno un mese prima della partita indicata.

A fine settembre la Lfp contava 46 esperimenti dalla stagione 2021-2022, coinvolgendo 17 squadre diverse, con 28 fumogeni accesi in media. I risultati sono stati subito dichiarati positivi dalle parti interessate, senza feriti o incidenti, e con una “riduzione dei fuochi d’artificio illegali nei club che partecipano regolarmente”.

Tuttavia, una più profonda analisi dimostra che “l’esperimento non ha cambiato nulla, soprattutto perché da più di un anno i gruppi non ne fanno più richiesta a causa di norme troppo restrittive. Alcuni ritengono che questa fase di test sia servita soprattutto ad inasprire le sanzioni disciplinari, o addirittura a giustificare i divieti di trasferta“.

Allora quali sono alternative? Di sicuro la soluzione non è giocare a porte chiuse, anzi “le porte chiuse sono un incentivo a bruciare ancora più fumogeni. Altri paesi (in particolare quelli nordici) hanno calmato la situazione tollerando i fumogeni e identificando gli individui violenti e allontanandoli dallo stadio“.

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