Vince 5-0 a Montpellier. Non è come Thiago Motta e Giuntoli, lui uno come Rabiot se lo tiene stretto. Col Marsiglia ha vinto 4 trasferte su 5
Il Marsiglia di Roberto De Zerbi continua a rimanere agganciato ai primi posti della Ligue 1; dopo la vittoria per 5-0 contro il Montpellier, ora è terzo, a -3 da Psg e Monaco. Il tecnico bresciano elogia ed esalta Rabiot e Hojbjerg. Non è come Thiago Motta e Giuntoli, lui uno come Rabiot se lo tiene stretto.
Dominio totale dei marsigliesi, scrive Footmercato, come l’ottimo inizio di stagione con cinque vittorie in otto giornate di campionato disputate. Una settimana prima del “clasico” contro il Paris Saint-Germain al Velodrome, De Zerbi diventa il primo allenatore a vincere 4 delle sue prime 5 partite in trasferta, come Marcelo Bielsa nel 2014. Inoltre, non vincevano con cinque gol di distanza dall’avversario da marzo 2015, quando c’era proprio il tecnico argentino. Tutto sta andando nel migliore dei modi.
De Zerbi: «Siamo fortunati ad avere Hojbjerg e Rabiot, hanno grande qualità e intelligenza»
Prima di prepararsi al match contro il Psg, De Zerbi ha dichiarato in conferenza stampa post-partita:
«Penso che siamo fortunati ad avere giocatori come Hojbjerg e Rabiot al Marsiglia. Sono straordinari, intelligenti, di altissimo livello. Hanno una grande personalità e molta qualità. Hanno giocato una buona partita. Avrei voluto far uscire nel secondo tempo Rabiot per evitare crampi o infortuni, ma ha tenuto molto bene fisicamente. Siamo davvero felici di avere sia Højbjerg che lui nella nostra squadra».
Il tecnico del Marsiglia: «Sono una persona che vive di passioni»
Nell’intervista al programma “Dodicesimo in campo” su Seilatv:
Hai avuto una bella carriera da calciatore e poi come allenatore ti stai prendendo belle soddisfazioni, come è cambiato il calcio?
«Anche qui, forse sono diventato vecchio e come tuti i vecchi si rimpiange il passato, io credo che il calcio di una volta era più bello. Di giocatori bandiera ce ne erano di più. Forse c’era anche meno cattiveria, adesso credo che l’uso dei social selvaggio abbia creato un tutti contro tutti, si attaccano anche persone che non si conoscono. Prima invece c’era rivalità negli stadi, nelle curve e si litigava per le partite, però non c’era quella malafede, quella presunzione cattiva che c’è adesso. Poi ogni periodo descrive la storia della società di quel momento, quindi il calcio va avanti seguendo la vita sociale».
Sei stato calciatore e allenatore atipico.
«Se devo dire qualcosa o se devo prender posizione non mi faccio problemi, però certe volte anche io mi devo stare zitto, non sono completamente a ruota libera. Però per le cose importanti guardo il modo ma non il contenuto».