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Diarra il nuovo Bosman? Se domani vince la causa contro la Fifa, i calciatori avranno il potere di rescissione

La Corte di giustizia europea potrebbe rivoluzionare il calcio sancendo che i giocatori possono rescindere il contratto quando pare a loro

Diarra il nuovo Bosman? Se domani vince la causa contro la Fifa, i calciatori avranno il potere di rescissione
Paris Saint-Germain's French midfielder Lassana Diarra jokes during a training session at the Stade de France in Saint-Denis, northern Paris, on May 7, 2018 on the eve of the French Cup final football match between Paris Saint-Germain (PSG) and Les Herbiers. (Photo by FRANCK FIFE / AFP)

Diarra il nuovo Bosman? Se domani vince la causa contro la Fifa, i calciatori avranno il potere di rescissione

Domani la corte di giustizia dell’Unione europea emetterà un verdetto che potrebbe – di nuovo – cambiare il calcio. Perché per molti il caso “Fifa contro Lassana Diarra” è un nuovo potenziale caso Bosman. Per il Guardian, che spiega molto bene perché tutti sono preoccupatissimi, “il verdetto potrebbe esplodere come un candelotto di dinamite sotto il sistema“.

E dunque: che è successo? Nell’estate del 2014 Diarra giocava per il Lokomotiv Mosca. Il nazionale francese era in conflitto con il club per il suo stipendio. Il club decise che ciò equivaleva a una violazione del contratto e lo rescisse univocamente, portando Diarra davanti alla camera di risoluzione delle controversie della Fifa: volevano un risarcimento danni. L’organo della Fifa si pronunciò a favore del Lokomotiv e inflisse al giocatore una multa di 10,5 milioni di euro. Nello stesso periodo, Diarra ricevette un’offerta dal club belga Charleroi, ma a una condizione: il Charleroi voleva la conferma dalla Fifa che Diarra fosse libero e che il club non sarebbe stato responsabile di nessuno dei costi dovuti al Lokomotiv. La Fifa non diede le garanzie richieste. Di conseguenza, nel dicembre 2015, Diarra ha intentato una causa legale contro la Fifa e la lega calcistica belga, per il mancato guadagno. La sentenza attesa per domani è su questo caso.

Il nocciolo della questione è che il caso ha investito corte di giustizia dell’Unione europea collegandosi a due principi fondamentali del diritto comunitario: il diritto alla libera circolazione delle persone e la salvaguardia della concorrenza nei mercati interni. Secondo il parere – non vincolante – dell’avvocato generale della Corte, Maciej Szpunar, la Fifa, in quanto autorità di governo del calcio, ha agito contro il diritto di Diarra alla libera circolazione quando gli è stata negata l’autorizzazione a unirsi al Charleroi. Non solo: secondo il parere sono proprio le regole della Fifa a limitare i diritti dei calciatori. “Se la corte decidesse la stessa cosa, allora ecco che la sentenza sarebbe una sfida strutturale alla natura stessa del sistema di calciomercato”, scrive il Guardian.

Che può succedere dunque? Che la corte si pronunci a favore della Fifa e tutto resti uguale. Ma anche che la corte decida che un giocatore dovrebbe essere in grado di recedere da un contratto senza che ciò influisca sulla sua capacità di trovare un nuovo club. O qualche via di mezzo difficilmente ipotizzabile al momento.

Però è chiaro che – continua il Guardian – “una decisione contraria alle regole della Fifa sposterebbe fondamentalmente il potere contrattuale nelle trattative di trasferimento dai club ai giocatori (e ai loro agenti). Ciò porterebbe a più contratti rescissi e a una maggiore incertezza sulle commissioni di trasferimento. Probabilmente richiederebbe la creazione di un nuovo organismo per determinare quale risarcimento eventuale un club dovrebbe ottenere nel caso in cui un giocatore se ne vada rescindendo il contratto”.

Gli effetti a catena potrebbero essere enormi”, conclude il giornale inglese. Molto semplicemente perché i club più ricchi potrebbero convincere i giocatori a recedere dai loro contratti in un modo che ora non è ammesso. “Una sentenza contro la Fifa significherebbe che un giocatore potrebbe lasciare il club in qualsiasi momento”.

In ogni caso la sentenza della Corte europea non è l’ultimo step: una volta emessa il caso tornerebbe comunque davanti alle corti belghe.

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