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Goggia: «Per due mesi ho pensato di essere morta. Umanamente ho sperimentato il gelo e il buio»

A Repubblica: «Ho parlato con Baggio per trovare conforto. Lui a un certo punto mi prende il braccio, mi guarda con quegli occhi di vetro e fa: “Decidi tu per te stessa. Il resto sono solo grandi se…”»

Goggia: «Per due mesi ho pensato di essere morta. Umanamente ho sperimentato il gelo e il buio»
2020 archivio Image / Sport / Sci / Sofia Goggia / foto Imago/Image Sport

La sciatrice Sofia Goggia racconta in un’intervista per Repubblica i durissimi mesi che ha dovuto affrontare dopo l’infortunio alla tibia.

Sofia, come sta?
«Bene così. Mi sento quasi quella di prima, da quando ho tolto quella piastra che sporcava le mie emozioni. Sono contenta perché metterò gli sci nelle prossime settimane, faremo dei primi giorni molto blandi, giusto per respirare e adattarmi a neve e scarponi. L’11 novembre partirò per Copper Mountain, dove mi allenerò un mese. Sono molto fiduciosa».

La sua riabilitazione ha colpito chi l’ha seguita sui social.
«Ho patito molto, per due mesi ho pensato di essere morta. Umanamente ho sperimentato il gelo e il buio. Ma adesso mi sento veramente bene, ho voglia di sciare, di provarci».

Goggia sul conforto che le ha dato Baggio

A maggio è andata a casa di Roberto Baggio, un altro campione spesso ferito.
«Ero confusa, stavo cercando una strada, parlando con lui per trovare conforto. Sai, quando sei disperata ti aggrappi a tante cose, no? E vorresti vedere un barlume nel buio di te stessa. Eravamo seduti a tavola, nei grandi spazi della villa di Altavilla Vicentina, e lui a un certo punto mi prende il braccio, mi guarda con quegli occhi di vetro e fa: “Decidi tu per te stessa. Il resto sono solo grandi se…”. Mi ricorda quella persona che mi ha regalato un foglio».

Un foglio?
«Sì, è arrivato quest’estate a casa mia, e mi ha detto: “Ho un regalo per te. Ma vorrei che aprissi questo foglio quando ti sentirai pronta. Qui dentro c’è quello che vorrei che tu facessi”. Aspetto qualche giorno, poi una sera lo apro ed era un foglio bianco. L’ho trovato bellissimo: nessuno mi dice quello che devo fare, sono io che decido per me stessa».

A febbraio ci sono i Mondiali, ma poi dopo, Milano Cortina…
«Come l’oro olimpico non c’è niente».

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