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Il ministro della famiglia: «La scultura di Napoli mostra che la fertilità va bene soltanto se maschile» (Il Giornale)

Eugenia Roccella sull’opera di Gaetano Pesce: «C’è una doppia morale che esalta il fallo nella procreazione e vuole cancellare il “materno”».

Il ministro della famiglia: «La scultura di Napoli mostra che la fertilità va bene soltanto se maschile» (Il Giornale)

Sta facendo discutere l’opera eretta in Piazza Municipio, nel cuore di Napoli, e realizzata dal maestro designer Gaetano Pesce, scomparso lo scorso aprile. Il nome è  “Tu si ‘na cosa grande”, dicono che sia un’opera che raffiguri Pulcinella, ma è inequivocabilmente un fallo.

Subito si sono movimentate le associazioni femministe e hanno inviato una lettera al sindaco Manfredi per chiedere la rimozione dell’opera “Il Pulcinella di Gaetano Pesce ha un carattere sfacciatamente fallico. È simbolo della dittatura patriarcale. Ne chiediamo l’immediata rimozione e chiediamo anche che si costituisca una consulta comunale femminile sulle scelte culturali e sociali della città di Napoli, di fronte al materializzarsi di scelte malfatte tipicamente maschili e sessiste che comunque impongono costi per la comunità fatta di donne e di uomini”.

Il Giornale ha intervistato oggi sull’argomento Eugenia Roccella, ministro per la natalità e la famiglia.

Ministro, lei cosa ne pensa della Pulcinella di Gaetano Pesce a Napoli? Bisognerebbe censurarla?

«Sono contraria in generale alla censura. Sono una libertaria. Il problema è vivo, anche perché siamo in un periodo in cui impazza la cancel culture , che è una forma di censura. Addirittura è una censura della Storia. Quindi: stiamo attenti a non cadere nel proibizionismo. E non posso nemmeno immaginare di censurare l’arte»

La curatrice dell’opera, Stefania Annichiarico, ha detto:  «Capisco che possa rappresentare un fallo, ma in fondo, in un periodo di crisi della natalità come quello che viviamo, può essere uno stimolo»

«Che l’opera sia un’immagine fallica è del tutto evidente. La curatrice poi accosta l’opera a Pompei e ai riferimenti fallici nell’iconografia dell’arte romana. Ci sta tutto. Il problema è il doppio standard, la doppia morale».

In che senso?

«L’esaltazione del fallo nel fenomeno della procreazione da una parte, la totale cancellazione del “materno” dall’altra ».

In effetti, recentemente, il Comune di Milano ha censurato una scultura che rappresentava una donna che allatta…

«Già. È in atto la volontà di cancellare totalmente la figura materna».

Perché si dice di no alla donna che allatta?

«Perché la donna che allatta è ovviamente una madre, e oggi domina l’idea che la liberazione della donna passi attraverso la negazione della maternità e persino la negazione della femminilità».

Perché la maternità divide?

«Perché secondo la corrente maggioritaria di pensiero l’emancipazione femminile si realizza assimilando il più possibile il corpo femminile al corpo maschile. Dividono la maternità e l’allattamento perché afferma

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