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Il Napoli di Conte vince di forza e di sofferenza. Non è roba per esteti. È un esempio di stoicismo

Uno a zero al Lecce. Il gol di Di Lorenzo è la foto del Napoli di oggi. Ogni partita è questione di vita o di morte. Ancora male Lukaku

Il Napoli di Conte vince di forza e di sofferenza. Non è roba per esteti. È un esempio di stoicismo
Ni Napoli 26/10/2024 - campionato di calcio serie A / Napoli-Lecce / foto Nicola Ianuale/Image Sport nella foto: gol Giovanni Di Lorenzo

Il Napoli di Conte vince di forza e di sofferenza. Non è roba per esteti. È un esempio di stoicismo

Di potenza. Di perseveranza. Di forza. E anche di sofferenza. Il Napoli di Conte vince così. È una massa che progressivamente si abbatte sull’avversario. È una squadra che riporta alla radice del calcio. Che richiama lo stoicismo. È un esempio di stoicismo. È un modello che potremmo paragonare alle punizioni di Ronald Koeman. L’olandese la prima o le prime, le tirava sulla barriera per far male agli avversari che poi nel corso della partita si sarebbero spostati per evitare un’altra pallonata. Più o meno il Napoli di Conte agisce così. E così, dopo 73 minuti, è riuscito a superare la resistenza del Lecce. Con un gol che è una perfetta fotografia del Napoli di Conte con rete di Di Lorenzo dopo un batti e ribatti sulla linea di porta.

Gi esteti possono ancora storcere il naso ma ormai dovranno farsene una ragione. L’imprinting del Napoli è questo. Anche oggi si è sentita l’assenza di Lobotka. McTominay ha corso tutta la partita, fino a conquistare un pallone fondamentale nel finale. Male Lukaku che si è divorato un gol. Ancora una volta nessun gol subito. E la squadra ha confermato solidità mentale. Ogni partita è vissuta come se fosse questione di vita o di morte.

Il Napoli di Conte vince ancora e non subisce gol

Il Napoli ha vinto ancora. La settima volta in nove partite. Primo posto consolidato, alla vigilia del ciclo di fuoco: Milan, Inter, Atalanta, Roma. Proprio per questo Conte si è concesso il lusso di rinunciare sia a Kvara che a Politano. Hanno giocato Neres e Ngonge. Esperimento riuscito a metà. Ma una cosa è subentrare negli ultimi venti minuti, e un’altra giocare dall’inizio. Ma non è facile giocare contro squadre che giustamente vengono a Napoli a difendersi.

Bisogna sempre diffidare quando le giornate sembrano apparecchiate per favorirti. E infatti la squadra di Conte ha sofferto. Nel primo tempo, e anche nel secondo dopo il gol del vantaggio.

Il Lecce era sì reduce dai sei gol subiti contro la Fiorentina ma le partite non sono tutti uguali. Dopo i primi venti minuti, il Lecce ha cominciato anche a rendersi pericoloso. E la fa una, due, tre volte. Con un bel contropiede, con un colpo di testa ravvicinato di Baschirotto (ottima risposta di Meret) e con una discesa di Banda che si è bevuto Ngonge più o meno quando voleva.
Nel primo tempo iI Napoli ha anche segnato al 26esimo, ma Di Lorenzo era in fuorigioco. L’azione meritava. Gilmour per Di Lorenzo che di testa ha servito all’indietro Ngonge che ha tirato debolmente. Il pallone è arrivato a Olivera che con un tiro sbilenco ha servito il capitano che ha segnato ma in fuorigioco. Gilmour piano piano ha provato a entrare di più nella manovra del Napoli. Davanti il Napoli ha punto poco. Lukaku non è mai riuscito a far male. McTominay ci ha provato. Da segnalare un tiro forte di Ngonge ben deviato da Falcone.
Nella ripresa è stato un assedio fino al gol del vantaggio. Segnato con Politano al posto di Ngonge e con Kvara e Raspadori per Neres e Gilmour. Dopo la rete, altra sofferenza. Fino alla fine. Ora comincia il ciclo terribile.

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