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Il Napoli ricorda la forza tranquilla di Mitterrand

Superati i tempi in cui un’unghia incarnita di Hamsik creava il panico, oggi non gioca Lobotka e nessuno si strappa i capelli. È un Napoli consapevole

Il Napoli ricorda la forza tranquilla di Mitterrand
Photo de l'affiche "La force tranquille" de la campagne du candidat François Mitterrand pour les élections présidentielles prise lors du congrès d'Epinal le 8 mai 1981. (Photo by AFP)

Il Napoli ricorda la forza tranquilla di Mitterrand

Il Napoli contro il Milan ha ricordato il claim elettorale di François Mitterrand nella corsa all’Eliseo nella primavera del 1981: “La force tranquille”. Così recitava lo slogan ideato dal pubblicitario Jacques Séguéla. La “force tranquille” appunto è proprio ciò ad ogni partita sciorina questo nuovo Napoli griffato Conte. Il Napoli vince le partite perché è fisiologicamente più forte dell’avversario. E se nelle prime otto giornate qualcuno ha espresso dubbi circa l’effettiva forza del team Conte, dopo la partita con il Milan, qualche dubbio che il Napoli possa concorrere per lo scudetto, è stato dipanato. La force tranquille appunto è una peculiarità che dopo la prima sosta settembrina è venuta fuori. Più passavano i giorni, nei quali Conte poteva incidere sulla squadra, più aumentavano le certezze per gli undici che scendono in campo. Più si andrà avanti più si affineranno i meccanismi e la consapevolezza della squadra, più sarà complesso mettere in difficoltà il Napoli.

Consapevolezza ed autorevolezza di squadra sono risaltate grazie all’assenza di Lobotka. Se durante gli anni della rivoluzione (in)felice del sarrismo un’unghia incarnita di Jorginho o una febbricola di Hamsik facevano tutta la differenza del mondo, con Conte questo non è successo. Lobotka prima del suo infortunio è stato un fattore rilevante per il centrocampo del Napoli. Se all’esordio da titolare Gilmour ha mostrato qualche incertezza, le stesse sono stati fugate da due prove largamente convincenti dello scozzese. Prova del gradimento del tecnico sono stati l’abbraccio ed i complimenti al momento della sostituzione a fine partita. Azioni che certificano la stima e la fiducia che il tecnico ripone verso i componenti del suo personalissimo “tartan army”. Certamente il buon Billy non è l’ultimo arrivato, anzi. La force tranquille è anche questa.

Nelle analisi delle ultime vittore non sono mancati ovviamente le critiche allo Shaquille O’Neal di Anversa. Ma sono bastati pochi minuti per far ritornare il sereno anche nel rapporto con il numero undici azzurro. Contro il Milan quello realizzato da Lukaku è la plastica rappresentazione di ciò che serve ad un centravanti fisico per fare sembrare un gol (complicato) facile facile. Si pianta nel terreno, prendendo posizione da pivot, taglia fuori il povero Pavlovic ed appoggiare comodamente un lay-up nella porta di un Maignan, per la prima volta non brillante con il Napoli. Un tipo di centravanti del genere il Napoli non lo ha mai avuto. Ed è quello che spesso è mancato nei momenti di difficoltà negli anni passati. Senza nulla togliere ai campioni che hanno occupato la stessa posizione di BigRom.

Se Lobotka ha un alter ego credibile in Billy Gilmour, non si può dire lo stesso del redivivo Rrhamani, che funziona bene quando è la seconda voce del coro e di Buongiorno, che di fatto è il Guido Crosetto nominato da Antonio Conte. Nell’unica partita in cui il Napoli ha giocato senza Buongiorno ha perso male. Per dare credito ad una stagione che a detta di Buffon:” Il Napoli con Conte, se va male, arriva secondo”, sarebbe auspicabile pensare a dei rinforzi che possano avere lo stesso impatto del centrocampista scozzese. Il campionato è lungo. Infortuni, squalifiche ed accidenti vari sono fisiologici.

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