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Il nuovo calcio di Caressa: tempo effettivo, tiri liberi senza barriera, limite ai retropassaggi al portiere

Al CorSport: «L’innovazione è necessaria e il calcio ha sempre guidato il cambiamento. Raccontare i tempi morti andando oltre la telecronaca dopo un po’ diventa stucchevole»

Il nuovo calcio di Caressa: tempo effettivo, tiri liberi senza barriera, limite ai retropassaggi al portiere
Db Milano 04/07/2023 - presentazione palinsesto Sky Tv / foto Daniele Buffa/Image nella foto: Fabio Caressa

Il nuovo calcio di Caressa: tempo effettivo, tiri liberi senza barriera, limite ai retropassaggi al portiere

Il Corriere dello Sport intervista Fabio Caressa sul tema del tempo effettivo che per lui è un nervo scoperto.

«In Verona-Venezia ci sono stati 47 minuti e 20 di gioco reale su oltre 95 minuti di partita, oltre 100 volte la palla è andata fuori, 14 minuti si sono persi per la ripresa da fallo laterale e altri 11 e mezzo per i calci d’angolo. Non si può non introdurre il tempo effettivo».

In questo calcio si gioca sempre di più, ma si perde sempre più tempo.

«Poi per recuperare bisogna dare 5 minuti di recupero nel primo tempo e 8-9 nella ripresa, e spesso neanche è sufficiente. Alcuni dicono che il tempo effettivo rende indefinibile la durata di una partita e che per le tv può diventare un problema, ma così non è peggio? Chi può dire oggi, con esattezza, quando dura un match? C’è inoltre un tema di equità: tra una partita e l’altra dello stesso campionato o addirittura della stessa giornata possono esserci anche 10 minuti di differenza di gioco effettivo. Sono tantissimi se pensiamo che nello sport tutti dovrebbero giocare con le stesse regole».

In telecronaca come si occupano i “tempi morti” di una partita?

«Raccontando le storie dei giocatori e facendosi aiutare dalla seconda voce, che però va in difficoltà se c’è poco da commentare. Dopo un po’ anche andare oltre la cronaca diventa stucchevole per noi. Penso al gioco noiosissimo dei passaggetti, insopportabile sia per chi guarda sia per chi commenta. Servono regole diverse».

Caressa sull’innovazione nel calcio

Bisognerebbe stravolgere 150 anni di tradizione…

«L’innovazione è necessaria e il calcio ha sempre guidato il cambiamento. Ad esempio sarebbe interessante se ci fosse un tempo entro il quale bisogna superare la metà campo. Anche il tiro libero senza barriera per falli gravi è un’idea, così come lo è la sostituzione libera per lo specialista che può entrare per battere calci d’angolo o punizioni. E che ne pensate della rimessa laterale battuta con i piedi dalla metà campo offensiva in avanti? O del fuorigioco solo dalla trequarti? So per certo che si sta ragionando anche sull’espulsione a tempo e sull’eliminazione di quella definitiva, se non per fallo gravissimo. La vera rivoluzione però andrebbe fatta sui retropassaggi al portiere: io vieterei di passargli la palla più di una volta se l’avversario non ha interrotto l’azione. È impensabile che il secondo giocatore che tocca più volte la palla in una partita sia il portiere».

Quale sarebbe un tempo congruo per la durata di una gara?

«Con il tempo effettivo due frazioni da 30 minuti, 60 in totale. La partita durerebbe quanto dura adesso e nessuno guadagnerebbe più da una perdita di tempo».

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