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Inchiesta ultras, il milanista Lucci puntava al business dei parcheggi: «Oh! A partita facciamo 80 mila al mese!»

Su Repubblica. Né lui, né l’interista Ferdico hanno risposto alle domande in sede di interrogatorio. Hanno avuto un Daspo di dieci anni

Inchiesta ultras, il milanista Lucci puntava al business dei parcheggi: «Oh! A partita facciamo 80 mila al mese!»
Mp La Spezia 13/05/2023 - campionato di calcio serie A / Spezia-Milan / foto Matteo Papini/Image Sport nella foto: Milan

Continuano ad emergere ulteriori informazioni sull’inchiesta che ha azzerato i direttivi delle curve di Milan e Inter. Luca Lucci, ultrà del Milan, e Marco Ferdico, ultrà dell’Inter, sono finiti in carcere e da lì, in sede di interrogatorio, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere alle domande. A parlare sono però le intercettazioni, l’ultima diffusa da Repubblica riguarda Lucci, il capo degli ultras milanisti, e il business dei parcheggi nell’area di San Siro.

La curva Sud del Milan puntava sul lucroso business dei parcheggi

Scrive Repubblica:

Tacciono, al momento, gli arrestati in carcere. Dagli interrogatori di garanzia non è finora emerso nulla e gli ultimi ad avvalersi sono stati ieri mattina i due leader, il milanista Luca Lucci e l’interista Marco Ferdico, entrambi destinatari di un daspo di dieci anni firmato dal questore Bruno Megale. Il “Toro” non spiegherà per il momento le dinamiche degli affari criminali della curva Sud, le vicinanze con soggetti in odor di mafia e le mire su beveraggi e il lucroso business dei parcheggi: «Mille per trenta, mille macchine — calcolava intercettato — trentamila a partita! Oh! A partita! Facciamo 80 mila al mese! Punto e basta!»“.

Il capo degli ultras milanisti Lucci avrebbe procurato «centinaia di biglietti ad appartenenti a “clan” di Napoli»

Dagli atti emergono «rilevanti» rapporti tra Luca Lucci, il capo della curva Sud, con in particolare, con uno degli esponenti di spicco delle tifoserie della squadra napoletana, privo di qualsiasi rapporto con il club campano e i suoi vertici. Lucci avrebbe procurato ai tifosi avversari «centinaia di biglietti» dell’incontro dei quarti di finale della Champions League destinati, «almeno in parte (…), ad appartenenti a “clan” mafiosi della città partenopea».

In un passaggio dell’ordinanza del gip di Milano Domenico Santoro in cui si riportano le intercettazioni che risalgono al 12 aprile dell’anno scorso, si evince che la società «non ha in alcun modo collaborato, a tal fine, con gli ultras».

Il 12 aprile, Lucci e l’esponente degli ultras campani si incontrano davanti a un bar di Cologno Monzese. Lucci riceve i ringraziamenti dal suo interlocutore «uno dei capi ultras del rione “Sanità” della tifoseria napoletana» (Gianluca De Marino, ndr). Poche ore dopo ci sarà la partita tra le due squadre.

Dalle intercettazioni, emerge il dialogo tra i due. De Marino: «Ci siamo ritrovati tutti i clan di…». Lucci: «Si si si». De Marino: «Considera ..inc.. io c’ho mio fratello qua che sta a Opera, detenuto da anni qua, che mi ha avvertito mio fratello dal carcere, se sapevo di questi biglietti.. inc..». Lucci: «Si si, va bene, sono scelte vostre, scelte giuste..». De Marino: «..inc.. in questo momento era la vera ..inc.. ci saremmo trovati tutti, tutti clan di Napoli “dacci i biglietti, dacci 5 biglietti”.. non ce ne saremmo usciti più! allora abbiamo detto facciamo solo questi ..inc..».

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