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«Jasmine Paolini conquista perché non è finta, a differenza di altre»

A La Stampa parla il suo coach Furlan. Parteciperà sia alle Finals di singolo che di doppio. La finale a Wimbledon la festeggiò con una pizza

«Jasmine Paolini conquista perché non è finta, a differenza di altre»
Londra (Inghilterra) 13/07/2024 - Wimbledon / foto Imago/Image Sport nella foto: Jasmine Paolini ONLY ITALY

«Jasmine Paolini conquista perché non è finta, a differenza di altre»

Jasmine Paolini (28 anni) alle Finals ci va due volte: in singolo e in doppio (con Sara Errani, ovviamente, con cui ha vinto l’oro olimpico nella specialità: il primo del tennis italiano). Oggi è numero 4 del mondo, all’inizio del 2024 era numero 30.

Scrive La Stampa con Stefano Semeraro:

è l’unica docente in due materie: singolare e doppio (a fianco di Sara Errani) nelle Wta Finals di Riad. Non era mai successo, ma il duo J&J è specialista in prime volte. E se Jannik ci ha assuefatti all’eccezionale, anche Jasmine in materia non scherza. È stata la prima italiana a giocare due finali Slam nello stesso anno, la prima soprattutto a giocarne una a Wimbledon, festeggiata in semplicità, con una pizza ordinata in compagnia nella villetta a due passi dall’All England Club. «E tanto cazzeggio», aggiunge il suo coach Renzo Furlan. 

Proprio Furlan racconta Jasmine Paolini:

«Se tira un dritto nelle griglie – racconta Furlan, ex davisman – Jasmine non s’incazza, non butta la racchetta, anzi, è la prima a farsi una risata. E quel sorriso vale tanto. Poi come tutti ha momenti difficili, ma lei è quella che si vede, conquista perché non è finta, a differenza di altre». Il suo Dna composito – mamma polacca di origini ghanesi, papà toscano di Lucca – non le ha regalato centimetri in altezza, ma una fibra scattante e neuroni lucidissimi, oltre che una simpatia travolgente ereditata da mamma Jacqueline e papà Ugo. «I genitori sono persone semplici, equilibrate, che le hanno sempre consentito di vivere l’indipendenza che cercava – spiega Furlan -. L’hanno sostenuta, ma si sono anche fidati, senza mai imporsi». Pare una ricetta semplice, nello sport è quasi un miracolo. 

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