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La Juve di Thiago Motta ha pericolosi istinti zemaniani (Corsera)

Su quattro gare di serie A allo Stadium, siamo a una vittoria e tre pareggi. La sostanza del gioco c’è, i risultati decisamente meno

La Juve di Thiago Motta ha pericolosi istinti zemaniani (Corsera)
Juventus’ Sport Director Cristiano Giuntoli (C) greets Juventus’ Italian coach Thiago Motta (L) during the training session at JTC Continassa in Turin on the eve of their League Phase, Matchday 1 of UEFA Champions League football match against PSV Eindhoven, on September 16, 2024. (Photo by MARCO BERTORELLO / AFP)

La Juve di Thiago Motta ha pericolosi istinti zemaniani (Corsera)

Juventus-Cagliari 1-1, il Corriere della Sera ne scrive con Massimiliano Nerozzi:

c’è stato un gran primo tempo di Madama, con punte dell’80 per cento di possesso, e già un mezzo assedio a Scuffet, in grande spolvero. Se la sostanza del gioco c’è, eccome, la prospettiva dei risultati meno: su quattro gare di serie A all’allianz, siamo a una vittoria e tre pareggi. Quest’ultimo, con pericolosi istinti zemaniani: vinci le partite che stai perdendo (a Lipsia), pareggi quelle che stai vincendo. Di più, con rischio beffa, sul palo di Obert, in un finale che premia l’organizzazione e l’ostinazione del Cagliari, e di Davide Nicola.

Hanno toppato i big: dal tiro a segno sbagliato di Koopmeiners nel primo tempo, allo sciagurato tap-in di Dusan, con la porta spalancata e Scuffet già sullo stuoino.

L’autoscontro di Douglas Luiz è stato un assist del destino (al Cagliari), come può capitare quando ti giochi il jackpot alla riffa degli episodi. Touch down contro l’unica difesa imbattuta. Scherzetto finale, il secondo giallo (discutibile, bastava non fischiare nulla) a Conceicao.

Il rigore per la Juve: Rocchi non aveva detto che erano finiti i rigorini?

Tutto nasce da un calcio d’angolo battuto da Vlahovic: in area si verifica un contrasto tra Gatti e Luperto dove il difensore del Cagliari, con il braccio destro largo, sfiora la palla con le dita. Il tocco, inevitabile perché avvenuto mentre Luperto cadeva, è così impercettibile che neanche i giocatori della Juventus hanno protestato. Marinelli viene richiamato dal Var.

Luca Marelli a Dazn intanto commenta così l’azione: «È chiaramente un calcio di rigore dato che Luperto tocca con la punta delle dita il pallone e il braccio destro è totalmente in una posizione innaturale. Ormai lo sappiamo che quello che conta è la posizione delle braccia e in questo caso, anche se l’ha sfiorata solo con la punta delle dita, è punibile».

Non erano finiti i rigorini?

Marinelli va all’on field review, riguarda l’azione e il tocco c’è, leggero, quasi impercettibile, ma c’è.

Cosa poteva fare Luperto per evitare il tocco? Praticamente nulla. Ma sono le regole, le stesse che poi creano polemica per la mancanza di uniformità dell’applicazione di esse.

Questo è quello che in gergo tutti chiamano “rigorino“. E infatti le proteste sui social non sono tardate ad arrivare.

A questo punto ricordiamo del diktat di Rocchi “Niente rigorini” che alla fine non è mai stato rispettato, o almeno, viene rispettato una discrezionalità arbitrale che avvelena ulteriormente il clima.

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