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La Juventus è una squadra di carne e sangue, non soltanto di schemi, palleggi e rotazioni (Repubblica)

A Lipsia ha vinto di testa e di cuore, prima ancora che con la tattica e la strategia. Ha il fuoco dentro e in testa le idee di calcio di Thiago Motta

La Juventus è una squadra di carne e sangue, non soltanto di schemi, palleggi e rotazioni (Repubblica)
Juventus' Serbian forward #09 Dusan Vlahovic celebrates scoring his team's first goal during the UEFA Champions League football match between RB Leipzig and Juventus FC at the Red Bull Arena in Leipzig on October 2, 2024. (Photo by Ronny HARTMANN / AFP)

La Juventus è una squadra di carne e sangue, non soltanto di schemi, palleggi e rotazioni (Repubblica)

La vittoria per 3-2 della Juventus in casa del Lipsia, in Champions, commentata da Repubblica a firma Emanuele Gamba.

La città della squadra artificiale inventata dai signori delle bibite ha raccontato che la Juventus è invece una squadra di carne e sangue, non soltanto di schemi, palleggi, passaggi, rotazioni e così via. Qui ha vinto di testa e di cuore, prima ancora che con la tattica e la strategia. Lo ha fatto rimontando due volte e poi operando il sorpasso finale con l’uomo in meno: il meglio l’ha dato dopo l’espulsione di Di Gregorio per un tocco di mani fuori area per fermare Openda, non visto dall’arbitro ma dal Var, esattamente come il successivo fallo di gomito di Douglas Luiz sulla punizione di Simons.

Sotto di un uomo e di un gol, affacciata su un baratro, anziché accettare quello stato di inferiorità e pensare casomai a mantenere la sconfitta dentro margini dignitosi, ha reagito come solo sa fare chi ha il fuoco dentro e un’idea meravigliosa in testa perché qualcuno (Thiago Motta, ovviamente) gliel’ha ficcata.

L’allenatore ha tolto Yildiz per mettere Perin, mossa ordinaria. Ma quella straordinaria è stata levare un terzino (e non magari Conceiçao che stava brillando per inconsistenza o Koopmeiners per vaghezza), Savona, per mettere un palleggiatore e trasformare McKennie in una specie di coltellino svizzero, un po’ terzino, un po’ mediano, un po’ tutto. 

Juventus da urlo a Lipsia. Thiago Motta chapeau: vittoria show per 3-2 in dieci uomini (il Napolista)

La grande serata della Juventus e di Thiago Motta. I bianconeri hanno giocato una partita sontuosa a Lipsia. Di gran lunga la miglior prestazione della stagione. Un match notevole sia dal punto di vista tattico sia dal punto di vista dell’approccio. Della capacità di reagire agli episodi negativi. Una partita che molto probabilmente segnerà il momento di svolta della stagione. E della gestione di Thiago Motta. C’è un prima Lipsia e un dopo Lipsia. Impossibile non applaudire una prestazione del genere. Da urlo. Hanno vinto 3-2 in dieci uomini ed erano in dieci quando sono andati sotto 2-1. Non si sono minimamente persi d’animo e hanno ripreso a giocare come hanno sempre fatto dal primo minuto.

I bianconeri hanno messo sotto il Lipsia di Rose, lo hanno fatto in casa loro. In modo travolgente. Sono scesi in campo col piglio della grande squadra che non teme il palcoscenico europeo. La Juventus non ha mai cambiato atteggiamento pur avendo subito nel corso del match una serie di episodi negativi. A cominciare dai due infortuni in avvio: Bremer è uscito per un problema al ginocchio e Nico Gonzalez si è accasciato per un problema muscolare. Sono entrati Gatti e Conceiçao. In mediana Thiago aveva confermato Fagioli e McKennie.

Il Lipsia è una squadra che gioca calcio propositivo. Eppure ha agito quasi solo di rimessa. Il Lipsia ha calciatori forti. E sul primo contropiede vero, ha segnato. In tre tocchi sono andati in porta.  Pallone per Openda che ha lanciato con Sesko: due tocchi, il secondo un sinistro potentissimo, e rete.

La Juventus non ha mai cambiato atteggiamento

Nel secondo tempo la Juventus non ha cambiato atteggiamento, anzi. Prima ha colpito il palo con Koopmeiners e poi ha pareggiato con Vlahovic che ha chiuso da centravanti vero un cross di Cambiaso. È assurdo constatare come Vlahovic sia ancora messo in discussione. A questo punto, la Juve subisce altri due contraccolpi. L’espulsione di Di Gregorio per un tocco di mano fuori area in uscita e poi un rigore contro per un altro tocco di mano stavolta del povero Douglas Luiz (che continua a essere un pesce fuor d’acqua) appena entrato in campo al posto del fantasma di Yildiz. Rigore e rete.

Juve con un gol e un uomo in meno. La partita sembrava segnata. Neanche per idea. Vlahovic dal cilindro ha estratto un’altra meraviglia. Di sinistro, a giro. La Juventus col passare dei minuti sembrava aver perso le energie. Anche comprensibilmente, peraltro. E invece ci ha pensato Conceiçao a segnare il 3-2 con uno spunto personale e pallone depositato nell’angolino basso. Per la cronaca, il Lipsia ha colpito due pali.

Vittoria per 3-2 a Lipsia in dieci uomini e con due infortunati dopo dodici minuti. L’unica cosa che si può scrivere è: chapeau.

 

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