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L’AgCom: «Google non collabora contro il Pezzotto, fa scaricare app con cui si commettono reati»

Il commissario Capitanio: “Piracy Shield funziona perfettamente, è stata sbagliata una segnalazione. Ma questa è una guerra contro la criminalità organizzata”

L’AgCom: «Google non collabora contro il Pezzotto, fa scaricare app con cui si commettono reati»
Mg Verona 18/08/2024 - campionato di calcio serie A / Hellas Verona-Napoli / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: microfono Sky Tv

“SP Tech”, la società che ha creato e sviluppato il Piracy Shield ha precisato con una nota che la piattaforma “ha funzionato perfettamente dal punto di vista tecnico, anche nelle giornate del 19 e 20 ottobre 2024”. Ha funzionato talmente bene che sabato sera per bloccare il “pezzotto” ha bloccato i servizi di Google Drive e causato problemi a YouTube. Un flop (certamente non tecnico, ma di utilizzo sì) paradossale. Che però viene a suo modo spiegato e in parte giustificato dal commissario dell’AgCom Massimiliano Capitanio. Ricordiamo che il Piracy Shield è stato regalato dalla Lega Serie A all’AgCom, ed è l’AgCom che lo fa funzionare.

Ecco, secondo Capitanio, “AgCom funziona in maniera rigorosa e normativa. Noi come board dell’AgCom diamo solo degli indirizzi. È abbastanza plausibile immaginare chi l’abbia fatto, i grandi segnalatori sono tre: la Lega Serie A, Sky o DAZN. Insomma, nel rimpallo delle responsabilità la colpa del casino è di chi ha sbagliato a segnalare l’ip di Google Drive tra quelli “illegali”.

Capitanio usa parole dure per riferirsi al pezzotto. La stessa grammatica di De Siervo e della Serie A quando si parla di pirateria: “La legge istituisce il diritto sacrosanto di estirpare questo maledetto cancro della pirateria dalla rete. Non è assolutamente una questione di fare gli sponsor della Lega Serie A o altro, è rendersi conto che c’è un fenomeno gravissimo nella rete e che ci sono strumenti che proteggono dei criminali. In Italia li chiamiamo mafia e camorra, sono stato a Miami dove li paragonano ai trafficanti di cocaina, quindi stiamo parlando di questi soggetti”.

“Questa è una guerra alla criminalità organizzata e a una forma mentis devastante che toglie risorse al Paese che potrebbero essere destinate ad altro e toglie posti di lavoro. È in corso un incendio di proporzioni devastanti, è ovvio che vorremmo che i vigili del fuoco quando arrivano spengano solo l’incendio senza mandare acqua o schiuma sulle altre cose”.

Secondo il commissario dell’AgCom “quello che è avvenuto ieri sera è grave, anche perché lo reputo un qualcosa di più di una distrazione. Tant’è che l’autorità secondo me nella sua autonomia e indipendenza potrebbe anche valutare che chi fa le segnalazioni e non si attiene rigorosamente a quanto previsto dalla legge, se qualcuno dovesse disattendere in maniera continua un certo rigore potrebbe essere anche escluso”. Ma, perché c’è un ma, nella stessa giornata sono stati complessivamente disabilitati oltre 200 indirizzi IP senza alcun tipo di problematica. Certo, quella con Google Drive è stata una problematica seria”.

Ma soprattutto, dice il commissario, non posso usare complicità come termine o connivenza o corresponsabilità, ma c’è una mancanza di collaborazione piena da parte di due soggetti come Google e Cloudflare. Costruire un percorso insieme può essere utile. Se si è verificato questo problema, e non è una scusante per quello di grave che è accaduto, è perché nonostante la legge imponga a tutti i fornitori di servizi media-audiovisivi di iscriversi alla piattaforma, i signori di Google e di Cloudflare, hanno deciso di non iscriversi alla piattaforma e non iscrivendosi alla piattaforma per esempio Google non ha potuto comunicare la whitelist. Che esiste, ne è stata fornita una dall’agenzia nazionale della cyberiscurezza e poi ci sono le whitelist da chi ha partecipato al tavolo».

E ancora: “Vogliamo negare che in questo momento se io digito streaming sulla piattaforma di Google e sul PlayStore mi compaiono almeno 20 applicazioni con cui io posso commettere un reato per cui posso anche essere passibile di un procedimento? Applicazioni che violano le stesse policy di Google. Un Tribunale in Argentina ha detto che non solo deve rimuoverle ma dovrebbe anche disinstallarle sui cellulari degli utenti. Perché non vengono disinstallate? Non voglio pensare che non vengano disinstallate e compaiono in vetrina perché su quelle applicazioni si fanno business milionari con la pubblicità. È Google stessa che lo dice, se rileva una app potenzialmente dannosa potrebbe inviarti la notifica per rimuovere l’app, disattivare l’app finché non la disinstalli o rimuovere automaticamente l’app”.

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