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Licenziati ma ricchi, il primato ce l’ha Conte col Chelsea: guadagnò 30 milioni per l’esonero (A Bola)

Secondo e terzo posto per Mourinho allo United e al Chelsea. Se Ten Hag verrà licenziato, lo United dovrà pagargli 21 milioni: ingiusto? Sì. Illegale? No.

Licenziati ma ricchi, il primato ce l’ha Conte col Chelsea: guadagnò 30 milioni per l’esonero (A Bola)
Londra 15/05/2017 - Premier League / Chelsea-Watford / foto Imago/Image Sport nella foto: Antonio Conte ONLY ITALY

Può esistere qualcosa di poetico nell’essere licenziati e guadagnare tanti soldi? I brasiliani di A Bola citano pochi casi di allenatori che vengono esonerati con un risarcimento milionario. C’è anche l’attuale tecnico del Napoli Conte.

Esonerati ma ricchi, il primato ce l’ha Conte col Chelsea

Di seguito, la classifica degli ultimi anni.

Al primo posto c’è Antonio Conte nel 2019, che guadagnò 30 milioni di euro per andar via dal Chelsea, dove tra l’altro vinse anche una Premier League nel 2017.

Secondo è Josè Mourinho: 19,6 milioni di sterline quando lasciò il Manchester United. E il terzo posto se lo prende ancora lo Special One, 18 milioni di euro per lasciare il Chelsea nel 2007.

Se lo United, scrive A Bola, licenzierà Erik ten Hag, pagherà al tecnico 21 milioni di euro. Il club ha recentemente licenziato 100 persone per risparmiare 10 milioni di sterline all’anno. Ma per sbarazzarsi di un allenatore che non ottiene risultati dovrà pagare più del doppio. Ingiusto? Sì. Illegale? No. In sostanza, i contratti di lavoro sportivi sono gli stessi di tutti gli altri. Ma molti sono legati agli orari, con gli allenamenti, con le prestazioni e il diritto al lavoro: non hai davvero il diritto al lavoro, tranne che nella formazione. E c’è di più: sono soggetti a regole disciplinari che non sono né imposte dalla legge né dal datore di lavoro. Sono imposti dalla lega o la Federazione di ogni Paese, rappresentata dall’arbitro.

Ten Hag ha trovato un modo per convincere il Manchester. Meritava di andarsene come Ronaldo, senza compensi. Ronaldo se n’è andato perché voleva andarsene, Ten Hag perché merita di andarsene. Non sarà così: nei contratti di lavoro sportivi ben negoziati, è meglio essere licenziati che lavorare!

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