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Lo sfogo del Telegraph: «I nuovi eroi del calcio sono gli avvocati, fare i giornalisti sportivi è diventato un incubo»

“I nostri idoli erano Charlton o Moore. Adesso siamo costretti a leggere sentenze di centinaia di pagine per capire chi vince. Ci perde il calcio”

Lo sfogo del Telegraph: «I nuovi eroi del calcio sono gli avvocati, fare i giornalisti sportivi è diventato un incubo»
Db Manchester (Inghilterra) 18/09/2024 - Champions League / Manchester City-Inter / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Ethiad Stadium

Leggere l’esaustiva sentenza di 175 pagine del collegio arbitrale nel caso Manchester City contro la Premier League non è solo deprimente ma, a dire il vero, anche confusionario. A differenza di una partita di calcio, non c’è un risultato chiaro, anche se c’è un grande perdente. Il calcio stesso”. E’ duro il commento di Jason Burt sul Telegraph: la bufera legale che tiene impegnati gli editorialisti di calcio inglese è di per sé spia di un fenomeno generale: appresso ai contenziosi “il nostro amore e il nostro divertimento per il calcio sono diminuiti, il che deve essere la conclusione più triste di tutte”.

“Come giornalista di calcio ci si aspetta ora che uno sia un esperto (si spera) di questo sport, ma che sappia anche leggere un bilancio con la stessa facilità di una squadra, che sappia di più su PSR e APT che su QPR e WBA e, allo stesso tempo, che abbia una visione d’insieme della mutevole geopolitica mondiale”.

“Scrivi un pezzo che elogia il calcio del City e la risposta è: ah, ma i loro successi sono accompagnati da un asterisco. Discuti dei progressi del Newcastle United sotto la guida di Eddie Howe e ti ricorderai del terribile record saudita in materia di diritti umani”.

“Qualcuno una volta ha detto che sport e politica non vanno d’accordo. Questa è una scappatoia. Lo sport fa parte della società, così come la politica. Tutto è interconnesso e nessuno può fingere il contrario. Ma sta diventando sempre più complicato e, allo stesso tempo, tribale e aggressivo”.

“Lord Pannick e altri avvocati sono ormai diventati parte dello sport. Mentre noi siamo cresciuti idolatrando Sir Bobby Charlton o Bobby Moore, Kenny Dalglish o Kevin Keegan, Glenn Hoddle o Paul Gascoigne, Eric Cantona o Ian Wright, ora abbiamo avvocati presentati da alcuni tifosi come se fossero gli eroi moderni del gioco”.

“Il fatto è che il futuro dei club calcistici non si decide più solo in campo o in sala riunioni. Ora è sempre più spesso nelle aule dei tribunali: con cause legali di alto profilo che vanno da presunte violazioni finanziarie , a richieste di risarcimento, a divieti di scommesse e droga” .

“Sport e politica (e legge) si mescolano. Ma sicuramente non fino a questo punto. Sicuramente non fino al punto in cui tifosi e commentatori cercano di segnare punti l’uno contro l’altro per niente di ciò che accade realmente in una partita. E non aiuta nemmeno il fatto che sia così dannatamente complesso. Abbiamo 175 pagine sulla sentenza sulle transazioni con parti associate: quante pagine avremo sulle accuse della City? Migliaia? C’erano 41 pagine sulla violazione del PSR da parte dell’Everton, ma chi le ha lette?”.

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