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Mancini vince un trofeo. Arriva il Tapiro d’Oro: «Io di nuovo ct dell’Italia? Nella vita non si sa mai»

A Striscia la notizia: «Addio all’Arabia Saudita?In questi mesi abbiamo fatto un buon lavoro. A volte però i risultati non vengono e c’era del malcontento»

Mancini vince un trofeo. Arriva il Tapiro d’Oro: «Io di nuovo ct dell’Italia? Nella vita non si sa mai»
Saudi Arabia's Italian coach Roberto Mancini looks on during the 2026 FIFA World Cup AFC qualifiers football match between Saudi Arabia and Jordan at al-Awwal Stadium in Riyadh on June 11, 2024. (Photo by Fayez NURELDINE / AFP)

Stasera a Striscia la notizia Mancini riceverà da Valerio Staffelli il tapiro d’oro. L’allenatore ha da poco concluso la sua fallimentare esperienza come ct dell’Arabia Saudita dopo soli quattordici mesi.

Le parole di Mancini

«Sono dispiaciuto. In questi mesi abbiamo fatto un buon lavoro. A volte però i risultati non vengono e c’era del malcontento da ambo le parti», queste le parole di Mancini a Striscia.

E sulla sua buona uscita milionaria:
«Sono tutte bugie. Io di nuovo ct dell’Italia? Nella vita non si sa mai. È pur sempre il team più importante in Italia. Abbiamo fatto bellissime cose, oltre al record di 37 partite senza sconfitta».

Adani sull’ex ct: «L’Arabia Saudita ha i soldi ma non ha cultura calcistica. Cosa si aspettava?»

Roberto Mancini ha terminato la sua avventura da c.t. dell’Arabia Saudita, non senza polemiche (soprattutto italiane). Daniele Adani, nel suo salottino di Viva el Futbol accompagnato da Ventola e Cassano, ne ha commentato le recenti scelte da suo buon amico in maniera più o meno oggettiva, considerando anche lo status attuale dell’ex tecnico della Nazionale e lo stipendio che ha percepito da allenatore della nazionale araba.

Di seguito quanto dichiarato dall’ex giocatore dell’Inter, ora noto comunicatore e opinionista:

«Prima di tutto, avrebbe avuto il tempo di qualificarsi ai Mondiali. Secondo, l’Arabia Saudita è un Paese con una grandissima passione per il calcio, ma con una cultura calcistica limitata. Anche Gallardo ha incontrato difficoltà lì, questo significa che diventa difficile analizzare il contesto. Vanno fatti i complimenti a Pioli che ha vinto 7 gare consecutive, ma lì non c’è la giusta conoscenza e competenza per il gioco del calcio. Loro comprano, ti portano quasi a non dover pensare per decidere di andare là. Ma mettere uno lì a formare e gestire i calciatori non significa cambiare la cultura, portare mentalità. E se poi non vengono due o tre risultati, il modo in cui ti si rapportano è un modo non all’altezza anche del professionista, che chiaramente ha accettato però poi quando ti metti lì ogni giorno a lavorare ti rendi conto delle estreme difficoltà».

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