Questo Napoli è nettamente più simile a quello di Bianchi che non a quello di Spalletti. Una menzione sempre per Politano, perché il Napoli difende a cinque
Meno male che Lukaku non serviva. Il Napoli ha una forza mentale
Il Napoli è solido. Solidissimo. Vince ancora e resta in testa alla classifica. Da solo. Batte 3-1 il Como in una partita tutt’altro che semplice. In cui Lukaku è entrato in tutti i gol: due assist e un rigore. E meno male che non serviva. I social sono davvero uno dei mali contemporanei, hanno dato voce a chi un tempo neanche nei bar poteva parlare. Lukaku ha dimostrato ancora una volta di essere un grande giocatore. Speriamo che non venga rimesso in discussione alla prima partita senza reti.
Il Napoli è squadra che mentalmente è sempre nel match. E sa che bisogna anche soffrire. Oggi ha sofferto. Almeno nel primo tempo. Poi, però, nella ripresa, progressivamente ha travolto il Como come già accaduto col Monza. E alla fine ha vinto. Le reti: McTominay dopo 25 secondi, da centravanti su assist di Lukaku. Poi il pareggio di Strefezza al termine del primo tempo in cui c’è stato tanto Como. Nella ripresa, il Napoli ha ripreso il pallino del gioco. Prima il rigore del 2-1 E poi il 3-1 David Neres.
La forza del Napoli di Conte è negli occhi degli altri. Nelle parole che vengono utilizzate per descrivere la squadra. Quando riesci a incutere timore nei tuoi avversari, vuol dire che hai già raggiunto un primo, fondamentale, obiettivo. Il Napoli è una squadra forte innanzitutto dal punto di vista mentale. Non è perfetto? No, non è perfetto. Ma poco importa. E infatti non capiamo perché Spalletti ci tenga tanto a stabilire una linea di continuità tra il suo Napoli e questo. In tutta onestà non esiste se non nei nomi dei calciatori. Anche Capello aveva gli stessi uomini di Sacchi, gli esempi sono innumerevoli. Il Napoli di Conte somiglia decisamente più a quello di Ottavio Bianchi. Senza Maradona e con Politano al posto di Caffarelli. Quanto corre Politano mamma mia. Il Napoli si difende a cinque, il 4-3-3 è giornalistico (cioè non esiste) e senza Politano il Napoli non potrebbe mai giocare così.
La cronaca (c’è sempre lo zampino di Lukaku)
La partita comincia benissimo per il Napoli. Alla squadra di Conte bastano venticinque secondi e sette passaggi per andare in vantaggio. Il Como non tocca mai la palla. Di Lorenzo per Lukaku che si gira e verticalizza su McTominay che in area si muove e si libera da centravanti: diagonale di destro e rete. Resta l’unico tiro del Napoli nello specchio della porta in tutto il primo tempo. Progressivamente il Como prende porzioni di campo, grazie a Nico Paz, Moreno, Perrone, Van der Brempt. Il Napoli arretra e si fida troppo della sua forza difensiva. Il 4-3-3, come già detto, è giornalistico. Non esiste. Gli azzurri difendono a cinque, con Politano costretto a partite di grande sacrificio. Un bunker difensivo, però, deve saper di poter contare su un portiere affidabile. In tutta onestà dal suo primo impiego a Torino contro la Juventus (quando entrò per l’infortunio di Meret) Caprile non riesce a infondere sicurezza. Ha commesso qualche ingenuità qua e là, sempre baciato dalla fortuna.
Contro il Como non sembra l’uomo ideale per opporsi ai tiri da lontano degli uomini di Fabregas che sfiorano il pareggio un paio di volte. Poi colpiscono il palo con Nico Paz, sempre da lontano, diciamo 25 metri, con un tiro alla Dirceu. E poi pareggiano con destro rasoterra di Strefezza. Il Napoli è in difficoltà, non imbastisce né una fase difensiva che incute timore al Como, men che meno ripartenze. Una delle poche da segnalare è il coast to coast di Politano al ventesimo minuto ma al centro dell’area, a parte Lukaku, non c’è nessuno. Da segnare, al minuto 21, una manata non sanzionata di Dossena su Kvaratskhelia.
Poi, nella ripresa, la trama cambia. E ci vuole anche lo zampino di Sergi Roberto, a conferma che l’esperienza è sopravvalutata. Se solo Mogol invece della saggezza avesse scritto che l’esperienza era troppo spesso solamente la prudenza stagnante, forse ci avrebbe aiutati. Sergi Roberto prima perde palla sul pressing del Napoli nella famigerata costruzione e poi abbatte Olivera in area. Lukaku opta per il tiro centrale e pure rasoterra, il pallone entra per la disperazione di Audero che lo sfiora quasi. Conte poi viene ammonito per proteste su una spinta ai danni di Kvara in area. Di certo l’arbitro è bravo ad ammonire Buongiorno per aver fatto una sceneggiata su una manata di Strefezza (ammonito nella circostanza). Infine il 3-1.