Al Messaggero: «Oggi i corridori arrivano a ottanta gare, scelgono come e dove correre. Io facevo ogni anno 150 giorni di gara»
Il Messaggero ha intervistato Eddy Merckx, il corridore più vincente della storia del ciclismo con 445 successi. A giugno compirà ottant’anni. Pogacar è il nuovo che avanza, ha eguagliato il suo record al Giro d’Italia. Lo sloveno più forte di lui?
«L’ho detto, sì. Ma non lo so davvero se sia così. Difficile fare paragoni, sono epoche diverse. Io non mi paragonavo a Coppi, ad esempio, anche se si facevano i raffronti. Adesso è così, ma vediamo alla fine della carriera dove è arrivato».
Merckx: «Mi piace tutto di Pogacar, anche lo stile di corsa, è di un’altra categoria»
L’ex ciclista continua. Come sarebbe stato Merckx con tutte le conoscenze, le tecnologie e la preparazione di oggi:
«Ci penso eccome. Ecco perché dico che i paragoni non reggono. Cosa mangiavo? Un pezzo di crostata, di torta di mele, zucchero… queste cose qui. Non c’era la dieta specifica come oggi».
Merckx il primo a vincere Giro, Tour e Mondiale:
«Non c’erano precedenti e non si facevano questi discorsi. E poi quel giorno non pensavo di poter vincere. Era stata una stagione pesante, con il Giro d’Italia e poi il giro di Francia. E avevo fatto anche quaranta circuiti (le corse a ingaggio fuori dal calendario principale, ndr) in mezzo. Correvamo quasi tutti i giorni».
«Oggi i corridori arrivano a ottanta gare, hanno il vantaggio di poter scegliere come e dove correre. In media, durante la mia carriera ho fatto ogni anno 150 giorni di gara».
Era chiamato il “Cannibale” perché si prendeva tutto. Ma i suoi avversari cosa gli dicevano?
«Io avevo Gimondi, De Vlaemick, Zoetemelk… Ma non mi dicevano niente, cercavano solo il modo per battermi».
E su Pogacar dice:
«Mi piace tutto di lui, anche lo stile di corsa, è di un’altra categoria. Ha fatto qualcosa di incredibile di cui ci si ricorderà a lungo. E mi piace anche come ragione, non è spaccone, non fa proclami».