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Montolivo: «Quando Conte finiva un discorso alla squadra eravamo così carichi che non vedevano l’ora di giocare»

Bonucci a Sky: «Portare delle idee e convincere i calciatori è la cosa più importante che Antonio ha fatto in tutte le squadre che ha avuto. Perché entra nell’anima del calciatore».

Montolivo: «Quando Conte finiva un discorso alla squadra eravamo così carichi che non vedevano l’ora di giocare»
Dc Napoli 29/09/2024 - campionato di calcio serie A / Napoli-Monza / foto Domenico Cippitelli/Image Sport nella foto: Antonio Conte

Riccardo Montolivo e Leonardo Bonucci negli studi di SkySport hanno dato vita ad un racconto molto incisivo del nuovo tecnico del Napoli,  Antonio Conte, basato ovviamente sulle proprie esperienze in Nazionale e alla Juve

Bonucci: «È meticoloso, è puntiglioso. Mi sono trovato spesse volte a parlare con lui. Lui deve trovare la soluzione per vincere e si è accorto che rispetto al passato il calcio è cambiato. Non poteva gpiù adattare il suo modo di vedere il calcio. Adesso vediamo un napoli completamente diverso ma che ha la sua identità, le sue caratteristiche ben precise. Portare delle idee e convincere i calciatori è la cosa più importante che Antonio ha fatto in tutte le squadre che ha avuto».

Conte entra nell’anima dei giocatori

È schedato perché è veloce nel farlo

Ancora Bonucci: «Perché ti entra dentro, nell’anima del giocatore. Kvara lo vediamo giocare in mezzo al campo cosa che non ha mai fatto, con Spalletti giocava con i piedi sulla linea. Adesso lo ha convinto che quello è il modo giusto. Questo significa che la chiave di lettura che Antonio ha quando parla con i giocatoti fa sì che gli vadano dietro. Ha fatto così con la Juve, l’Inter, al Chelsea e anche in Nazionale».

Riccardo Montolivo rincara il racconto: «Lui dal punto di vista motivazionale è una roba incredibile. In Nazionale facevamo riunioni quasi tutti i giorni e tu volevi scendere in campo subito dopo la riunione per quanto riusciva a caricarti. Ogni giorno trovava una chiave diversa che tu uscivi dalla riunione e dicevi “dove stanno gli avversari”».

Bonucci racconta: «Ricordo un discorso memorabile. Eravamo qualificati per l’Europeo del 2016, giocammo con la Norvegia all’Olimpico. Dopo il viaggio di ritorno chi aveva giocato non si allenava e lui fece un discorso tale per cui anche chi aveva giocato penso “dai chiamate l’altra squadra che giochiamo adesso”. Ti entra dentro e ti prende le risorse più difficili da trovare».

 

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