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Nemmeno gli ex arbitri in tv capiscono il Var, perché non dovrebbe irritare la gente a casa? (Telegraph)

“I giocatori a stento ne capiscono le regole, e le partite ormai durano un’infinità. Lo spettacolo per lo spettatore pagante è terribile”

Nemmeno gli ex arbitri in tv capiscono il Var, perché non dovrebbe irritare la gente a casa? (Telegraph)
Italian referee Federico La Penna checks the Video Assistant Referee (VAR) during the Italian Serie A football match Inter vs Torino on November 22, 2020 at the Giuseppe-Meazza (San Siro) stadium in Milan. (Photo by MIGUEL MEDINA / AFP)

La repulsa inglese per il Var è notoria. E anche la sua versione televisiva non passa indenne il giudizio della stampa. Non è un problema solo italiano. Il Telegraph se la prende per esempio con Mike Dean, famoso arbitro appena ritiratosi, e le sue analisi della moviola in tv. Lo definisce “irritante”.

“È comprensibile – scrive il Telegraph – che sia restio a criticare i suoi ex colleghi, ma limitarsi ad abbaiare un’opinione e poi cambiarla pochi secondi dopo non incoraggia la fiducia nella precisione decisionale della comunità arbitrale, ed è anche esasperante per i telespettatori”.

Si riferisce al fallo in area di rigore su Curtis Jones del Liverpool alla fine del primo tempo della partita con il Chelsea, Dean inizialmente ha pensato che fosse un rigore e ha detto: “Ha toccato la palla ma ha completamente annientato Jones”. Ma dopo che il Var ha dimostrato il contrario, ha poi ritrattato: “lo slancio porta Sanchez addosso a Jones, quindi è stata una decisione corretta annullarlo”.

“Si può concludere solo una di queste tre cose: uno, Dean non sa di cosa sta parlando; oppure due, è d’accordo con uno dei suoi ex colleghi che ha parlato per ultimo. Esiste una terza possibilità: è troppo difficile governare con autorità nel tempo a disposizione”.

È impossibile capire le leggi del Var

Ed ecco la parte interessante dell’analisi: “Se il calcio ha concluso che la partita si svolge troppo velocemente, che gli errori vengono commessi troppo spesso, che i giocatori sono degli imbroglioni così abili, che la posta in gioco è troppo alta, o una qualsiasi delle altre ragioni dichiarate per avere il Var, allora perché aspettarsi che un esperto come Dean si pronunci dopo una sola visione? Se non è possibile per il tizio con il fischietto a pochi metri di distanza dall’azione esserne sicuro, il che è evidentemente impossibile, allora perché qualcuno che guarda da un portale o da un feed di trasmissione dovrebbe essere più in grado di inchiodarlo al primo colpo?”.

“Comprendere le macchinazioni del Var e le leggi del calcio è, diciamocelo, al di là della maggior parte di noi. Non siamo né una nazione paziente né studiosa. Molti giocatori, esperti e allenatori non sembrano al 100 per cento informati su alcuni dei dettagli più sottili delle regole o sull’uso del Var, quindi come fa lo scommettitore accasciato sul divano di casa dopo un arrosto, o dopo aver guardato la partita sullo schermo di una tv al pub, a seguire tutto?”

“Il motivo per cui il calcio è diventato l’evento tv sportiva migliore in questo paese è perché le partite durano un lasso di tempo prevedibile e quasi chiunque può capire cosa sta succedendo. Sempre più spesso, non si guarda più l’azione, ma si aspetta il prossimo dibattito sulle decisioni, e molto spesso dopo una dozzina di replay non è ancora chiaro qual è il fatto”. Un tema ricorrente, questo.

“L’esperienza del tifoso pagante è ben lontana dall’essere la priorità assoluta”.

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