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Nessuno meglio di Morata spiega i fondamenti del centravanti moderno, ma in Spagna non è abbastanza (El Paìs)

“Oltre a segnare, Morata lavora per la squadra come se il cibo dei suoi figli dipendesse da un baratto biblico: guadagnerai tanto pane quanto il sudore che ti scorre sulla fronte”

Nessuno meglio di Morata spiega i fondamenti del centravanti moderno, ma in Spagna non è abbastanza (El Paìs)
Mg Stoccarda (Germania) 05/07/2024 - Euro 2024 / Spagna-Germania / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Alvaro Morata

“C’è qualcosa nel modo in cui Alvaro Morata festeggia i suoi gol che mi mette un po’ di ansia”, scrive sul Paìs Rafa Cabeleira. Perché “conservavo un ricordo marginale di calciatore sobrio, cauto nei festeggiamenti, per nulla cerimonioso”. Invece è successo che in Nations League con la sua Spagna ha prima sbagliato un rigore – e i suoi tifosi hanno esultato… – e poi ha segnato un gol – e lì ha esultato lui, come un matto.

“Il suo ruggito a Córdoba – continua Cabeleira – dopo aver sbagliato un rigore pochi minuti prima, mi ha ricordato i tempi antichi, quando il gol sembrava una chimera lanciata dal cielo e i calciatori correvano da un posto all’altro, inseguiti freneticamente dai compagni senza sapere dove”.

Il punto è che il rapporto tra la Spagna e il capitano della sua nazionale è sempre stato assurdo. “Con pochi calciatori è stato più ingiusto questo Paese – e forse in altri, ma sono quasi lo stesso Paese – che con Álvaro Morata, da questa settimana quarto capocannoniere di tutti i tempi” della nazionale. “Oltre a segnare, lavora per la squadra come se il cibo dei suoi figli dipendesse da una sorta di baratto biblico: guadagnerai tanto pane quanto il sudore ti scorre sulla fronte. E nessuno corre più di Morata. Nessuno dà fastidio al rivale più di Morata. Nessuno meglio di Morata spiega i fondamenti del centravanti moderno“.

Ma “nulla di ciò che fa in campo sembra compensare tutto ciò che provoca fuori”. “È molto probabile che Morata non abbia saputo gestire gli addii. Anche le rotture. I social network sono un canale di comunicazione che molti giovani calciatori intendono come mezzo di espressione senza doversi sottoporre ai filtri della stampa, ma spesso non ne comprendono i rischi e addirittura ne minimizzano i pericoli. Solo alla fine, quando tutto esplode nel vuoto e il peso dell’odio gratuito diventa insopportabile, sembrano rendersi conto dei passi sbagliati. Morata lo sa bene, penserà anche lui che è tutta colpa sua, e si scopre che non è così”.

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